Venerdì 5 giugno sono stati i bambini della scuola Garaventa-Don Gallo a scoprire la targa dedicata a Mauro Rostagno, giornalista simbolo della lotta contro la mafia, ucciso nel 1988. Come a voler dire che la legalità comincia nelle scuole. Sono stati proprio loro a recitare poesie e a cantare una canzone sui valori. Ma oltre a questo, c’è anche la riqualificazione della zona adiacente a piazza Delle Erbe e ai giardini Luzzati che va avanti con le iniziative del Municipio I Centro Est, dell'Associazione Ce.Sto e del Teatro della Tosse, perché bambini, adulti, residenti e giovani della “movida” possano godere degli spazi del Centro sStorico sempre meglio e nel rispetto gli uni degli altri. Erano presenti alla cerimonia il Sindaco Marco Doria, l'Assessora Elena Fiorini, il Presidente del Municipio Simone Leoncini, hanno porto i ringraziamenti Guido Viale, a nome della famiglia Rostagno, e Chiara Volpato di Libera, a nome del Comitato promotore.
Il Comitato promotore di questa iniziativa composto da:
Associazione Libera Genova, ARCI-Liguria e Genova, Comunità di San Benedetto al Porto,
Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Liguria, Presidente dell'ANPI Genova,
e la nostra Associazione per un Archivio dei movimenti.
Ottenuto il primo risultato, il Comitato intende promuovere la memoria di Mauro Rostagno con altri eventi nel futuro per illustrare le tante facce della sua figura di militante politico, creativo musicale, “arancione” e giornalista.
Durante il giorno e alla sera molti bambini e giovani hanno sostato nella piazzetta e ascoltato musica nei giardini Luzzati adiacenti. Nel pomeriggio, al Teatro della Tosse, sala La Claque, un convegno sulla figura di Mauro ha visto l'introduzione di Bruno Piotti, l' analisi delle fasi processuali e della sentenza del processo (maggio 2014) da parte di Paolo Brogi, la rivisitazione della biografia di Guido Viale e la presentazione di un filmato d'epoca (1969-1973) “Quando la piazza contava” di Gianfranco Pangrazio. Sono state lette le lettere scritte dalla compagna di Mauro, Chicca Roveri, dalla figlia, Maddalena Rostagno e dall'amico Marco Boato e una poesia da Erri De Luca.
LETTERA DI ERRI DE LUCA
Piazza Mauro Rostagno.
A Genova ti fanno l'onore di dedicarti una piazza.
Ma la piazza non sa che impegno si assume portando il tuo nome.
Le donne di passaggio si sentiranno belle e saranno corteggiate a ogni età.
Gli uomini non potranno litigare, nemmeno tra tifosi delle due squadre cittadine.
Sarà proibito piangere in piazza Mauro Rostagno.
Se qualcuno ci morirà, sarà accompagnato con la banda di pifferi e tamburi
che suonerà tanghi e tarantelle.
Ci vorrà un albero, una giostra, un chiosco e una fontana piccola.
A Piazza Rostagno sarà rispettata la parola data, perché ti è costata la vita,
la tua parola detta in assemblea, al mercato,alla radio e al vento,
specialmente al vento, il più fedele strumento di trasporto
che non la smette di portarla in giro.
erri
4/06/2015
“Quando la piazza contava” è un filmato di 25 minuti, montato da Gianfranco Pangrazio, Bruno Piotti e Iose Varleses a partire da documentari d'epoca della durata complessiva di circa 3 ore, che sono stati donati all'Archivio dei movimenti da Franco “Yuri” Caprino di Londra. Lo scopo è di illustrare e ricordare la forza, l'unità e la radicalità dei movimenti negli anni 1969-1973 nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici e l'entusiasmo dei movimenti sociali di occupazione delle case (Quarto Oggiaro, Milano) e di lotta contro i prezzi. Molte conquiste furono fatte dagli operai seguendo l'obiettivo “più soldi, meno lavoro” e molte riforme della condizione di lavoro (dallo statuto dei lavoratori, alla scala mobile, all' inquadramento unico) e riforme sociali (dal divorzio, all'interruzione della gravidanza, al servizio sanitario nazionale) furono approvate dai governi dell'epoca in risposta alle richieste stringenti dei movimenti e della piazza. Qui sotto, il filmato.
La targa di questa piazzetta rende omaggio al giornalista. Ma la personalità complessa, ricca, creativa e libertaria di Mauro va ben oltre i panni del giornalista. Giornalista fu, eccezionalmente capace e popolare nelle sue trasmissioni da RTC di Trapani ed anche giornalista che usando microfono e video-registratore tra la gente stabiliva il “primato dell'esistenziale sul teorico”, costruiva informazione con gli studenti, i lavoratori e i trapanesi democratici, dando voce all'informazione dal basso.
Mauro cresciuto nelle lotte studentesche dell'Università di Sociologia di Trento negli anni ‘68-‘69, rifletteva in tutte le sue esperienze di vita il primato dell'esistenziale sulla teoria. Leader della “Università critica” a Trento, interpretava al meglio il patrimonio di critica dell'autorità costituita,critica dell'esistente, critica delle interpretazioni di comodo e dei contenuti fossilizzati dell'insegnamento universitario italiano. Alla scuola dell'anti-autoritarismo, della spontaneità, Mauro ha unito nella sua breve vita, la passione per la ricerca dei fatti, della denuncia della condizione e dello sfruttamento operaio, del sostegno alle lotte per la casa dei poveri che occupavano a Palermo la Cattedrale negli anni ‘70, alla riflessione politica per rendere più forte il movimento antagonista e anti-capitalista di quegli anni.
Negli anni ‘70, leader di Lotta Continua e amico di Peppino Impastato, coglie la complessità della lotta alla mafia, gli intrecci tra commercio dell'eroina, commercio delle armi, malaffare locale e la corruzione dei politici locali.
Terminata l'esperienza di Lotta Continua (1976), con altri ex-militanti fonda uno dei primi centri sociali, a Milano, il circolo culturale Macondo, che verrà chiuso nel 1978. Diviene per alcuni anni “arancione” e si trasferisce con la sua famiglia a Poona, in India. Ritornato all'inizio degli anni ‘80 in Sicilia, fonda con alcuni amici e la sua compagna la comunità per tossicodipendenti di Saman, a Lenzi di Valderice nella campagna vicina a Trapani. Cominciata la sua collaborazione con la RTC è attivo nell'interpretazione e nella descrizione degli intrighi tra i passati omicidi di mafia di giudici, per esempio Ciaccio Montalto, di militanti come Pio La Torre e politici come Piersanti Mattarella, con gli affari nel porto e nell'edilizia della provincia di Trapani. Incontra e intervista Falcone e Borsellino, comunica le sue denunce basate sull'evidenza e sul coraggio delle ricerche, la sua pratica sociale di democrazia dal basso. Lo uccidono a Lenzi in un agguato il 26 settembre 1988. Ci vorranno 26 anni (maggio 2014) prima che i giudici popolari e il Presidente Angelo Pellino di Trapani dichiarino colpevoli i veri mandanti ed esecutori del suo omicidio, rispondendo alla voglia di verità della sua famiglia, dei suoi amici di Trapani e in tutta Italia.
Scrive Adriano Sofri nel suo libro: “Mauro era passato da tante vite, chissà quante ne avrebbe avute ancora. Di tutti quelli che ho conosciuto, era il più pronto a prenderle tutte le vite che abbiamo in offerta”.
Per chi volesse saperne di più, abbiamo preparato alcuni utili link, qui sotto.
Si consiglia il libro di Maddalena Rostagno e Andrea Gentile “Il suono di una sola mano, Storia di mio padre Mauro Rostagno”, Il Saggiatore, 2013.
Il sommario della sua biografia è disponibile qui: Breve Biografia di Mauro Rostagno