Una cartella con alcuni opuscoli e periodici.
Notizie biografiche in via di acquisizione
parole chiave: movimento degli studenti, anni Settanta, Università, Balbi
Sono elencati, in ordine alfabetico, i periodici contenuti nei singoli fondi documentari, fatta eccezione per quelli già descritti specificamente (Lotta Continua, prossimamente il Manifesto).
Questa lista serve a individuare rapidamente la presenza di un periodico, i numeri /fascicoli disponibili e la loro collocazione in un fondo documentario. Si mantiene così il legame con il fondo di appartenenza, ma viene facilitata l'individuazione e la consultazione eventuale. Descrizione di Virginia Niri
LEGENDA:
1-12: possesso dei numeri da 1 a 12
3/4: numero doppio
(anno di edizione)
Il fondo, donato nel 2012 dall’Associazione genovese “Archinaute, donne tra memoria e futuro”, risulta attualmente la più consistente aggregazione documentaria esistente a Genova sul femminismo degli anni Settanta – Duemila. Ha una consistenza di circa settanta faldoni. Oltre ai documenti cartacei sono presenti supporti diversi: una raccolta di audionastri e audiovisivi, una scatola di fotografie, striscioni di stoffa e oggetti usati durante una manifestazione del G8 (2001) e altro. Aggregate al Fondo documentario sono presenti anche diverse raccolte di periodici femministi. Il fondo è diviso in due sezioni:
a) documenti del Coordinamento donne lavoro cultura, associazione genovese attiva del 1983 al 2007;
b) Fondi personali: documenti prodotti, o raccolti e conservati da singole donne, appartenenti al movimento femminista genovese, e donati all'associazione.
(vedere il contenuto dei singoli subfondi)
Soggetto produttore: Coordinamento donne lavoro cultura Consistenza 33 faldoni, di cui uno di fotografie, più una scatola di audiocassette, cdrom, vhs e dvd, e un rotolo di fogli di comunicazione (100x70 cm). Una raccolta di manifesti Tipo di documentazione e supporto: documenti, volantini, brochure, dattiloscritti, manoscritti, fotografie, audioregistrazioni, periodici, manifesti ecc. Ambito geografico Genova, Italia, Europa periodo Anni Ottanta - Duemila
Precedente parziale descrizione (anni Novanta) con il software Lilarca, prodotto dalla Rete Lilith
Il Coordinamento Donne Lavoro Cultura di Genova nacque come associazione culturale nel 1983. Il nucleo fondatore proveniva dal Coordinamento Donne FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) che, a partire dal 1976 e per diversi anni consecutivi, aveva organizzato seminari 150 ore di e per sole donne, lavoratrici e casalinghe. Il CDLC ha continuato ad organizzare seminari di 150 ore anche dopo che la scissione delle tre Confederazioni mise fine all’esperienza dell’FLM (1983). Nel corso degli anni Ottanta e Novanta è stata una organizzazione femminista molto attiva e presente con molteplici iniziative politiche e culturali sul territorio genovese, in collaborazione con altre organizzazioni. Dalla fine degli anni '80 il CDLC ha assorbito e gestito la "ginnastica psicofisica" del gruppo "Donne insieme" di Mara Tommei, basata su tecniche di consapevolezza corporea mutuate da varie discipline (Yoga, ginnastica dolce, shiatsu, ecc.). I corsi si svolgevano in palestre prese in affitto o concesse dai centri civici sul territorio ed arrivavano a contare più di 1200 iscritte ogni anno. Il CDLC ha fondato nel 1992 il Centro di Documentazione ed Archivio, con il quale ha partecipato attivamente alla Rete Lilith, (www.retelilith.it, sito parzialmente ancora attivo) Rete di Centri di documentazione, Archivi e Biblioteche delle donne diffusa su tutto il territorio nazionale. Ha istituito la Borsa di studio in storia delle donne "Mirella Rimoldi" (1996) e collaborato con l'Istituto di Storia contemporanea dell'Università di Genova. L'attività del Centro di Documentazione e Archivio era rivolta alla raccolta, conservazione e diffusione della produzione culturale e politica del movimento delle donne a partire dagli anni ’60. Sono stati raccolti fondi documentari appartenenti a singole donne, a testimonianza dei diversificati percorsi politici del femminismo, e organizzate numerose attività intorno ai temi della memoria e della storia delle donne, anche in collaborazione con altre associazioni. Esempi sono la mostra documentaria “La storia siamo noi ... nessuno si senta escluso” (1999) o il Convegno Internazionale "Punto G: Genere globalizzazione. Per una società di donne e uomini equa, solidale, pacifica e democratica" (giugno 2001).
Nel 2007 il Coordinamento Donne Lavoro Cultura si è sciolto, dando origine ad altre tre associazioni. Il patrimonio documentario e archivistico del CDLC è rimasto all'Associazione Archinaute, che lo ha donato nel 2010 all'Archivio dei movimenti.
Soggetto produttore Franca Figari. Consistenza: 1 Faldone Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, periodici. Ambito geografico: Genova, Italia.
L'autrice del fondo è nata e sempre vissuta a Genova. Le prime esperienze collettive avvengono nel quartiere di Sampierdarena nella GS (Gioventù Studentesca) di matrice cattolica, poi confluita nel movimento dei cattolici di sinistra. Abbandonato il cattolicesimo, ha fatto parte del movimento studentesco (dopo essere andata negli Stati Uniti negli anni '68/'69), poi nei gruppi della sinistra extraparlamentare. Ha poi iniziato a partecipare ai collettivi femministi, contribuendo a creare il Collettivo femminista autonomo di Sampierdarena, intorno al 1975/1976. Partecipa poi alle varie iniziative del femminismo genovese, e dagli anni Ottanta al Coordinamento donne lavoro cultura, fino all'attuale Associazione Archinaute.
Soggetto produttore Giulia Richebuono. Consistenza: 2 Faldoni, una cartellina Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, documenti, periodici. Ambito geografico: Genova, Italia
L'autrice, attivista femminista, ha conservato in questo fondo documenti che riguardano il movimento femminista dei Settanta a Genova e in Liguria - specialmente a Savona. Nata vicino a Verona nel 1943 si è occupata dei consultori, ha collaborato alla stesura della legge per i consultori famigliari cercando d'inserire le tematiche del movimento delle donne e sollecitando il riconoscimento dei consultori autogestiti dalle donne. Solo Savona aveva presentato la documentazione. Genova e La Spezia non avevano risposto nonostante i solleciti.
Nel 2017 è stata aggiunta al fondo una cartellina con altri documenti e periodici. (Secondo versamento)
Il fondo è stato raccolto da Mara Tommei, una delle fondatrici del Coordinamento donne lavoro cultura. Impiegata all'Italsider O.S. di Cornigliano, militante negli anni '70 del Coordinamento donne FLM, organizzatrice delle centocinquanta ore delle donne, ha nventato e dato vita all'attività della "ginnastica psicofisica" per donne, che negli anni è diventata un'attività volontaria per la salute e la socialità femminile che coinvolge migliaia di donne. Il Fondo, versato al Centro di documentazione del CDLC nel 1992 e nel 1997 contiene documenti articolati a seconda delle varie fasi e attività: sindacato, cento cinquanta ore, volantini e documenti politici di gruppi vari, produzione del CDLC, riflessioni manoscritte dell'autrice. Un altro gruppo di documenti (una busta) è stato versato nel dicembre 1997.
Precedente descrizione con il sw Lilarca della Rete Lilith. Si è mantenuta in parte la tipologia della descrizione, per non perdere elementi informativi, ma soprattutto per rendere conto della storicità delle descrizioni archivistiche e delle caratteristiche specifiche di Lilarca, prodotto e adottato dai centri della Rete Lilith (attraverso l'adattamento del sw open source di descrizione bibliotecaria Winisis prodotto dall'Unesco) per i propri archivi, nel 1997, e anche consultabile per alcuni anni, fino al 2004, in versione web sul sito della Rete.
Soggetto produttore/conservatore: Maria Teresa Tuccio Consistenza: 3 faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, documenti, periodici. Ambito geografico: Genova
Il fondo è stato donato negli anni Novanta al Coordinamento donne lavoro cultura, a cui l'autrice ha partecipato per un periodo. Raccoglie anche documentazione prodotta nella sua attività femminista (anni Settanta) e nel gruppo delle 150 ore delle donne FLM (Anni Settanta e Ottanta), e poi nel Gruppo Comunicazione Visiva. Altri documenti di MT Tuccio si trovano nel Fondo a lei intitolato, e riguardano in particolare il '68 e il movimento studentesco. Schedatura di Virginia Niri
Soggetto produttore Marisa Corsino. Consistenza: 2 Faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, documenti, periodici. Ambito geografico: Genova, Italia, Europa.
L'autrice, insegnante, è stata attiva nel femminismo a Genova, prima nel Collettivo femminista genovese, poi alla casa delle Donne, e sostenitrice del Collettivo Mujeres de Matagalpa, di donne del Nicaragua; appassionata al suo lavoro di insegnante elementare, ha svolto un ruolo creativo nell'ideare una didattica alternativa; era anche appassionata di coltivazione naturale dell'orto. E' mancata nel 2000.
In questo fondo ha conservato documenti prodotti dal femminismo già dai primi anni Settanta, italiano e non solo. Il fondo è stato donato originariamente nel 1993 al Coordinamento donne lavoro cultura, poi Associazione Archinaute. La descrizione originaria, con il sw Lilarca prodotto e adottato dalla Rete Lilith, è stata mantenuta il più possibile, attraverso l'utilizzo di due diversi inventari cartacei, che sono stati digitalizzati, emendati, integrati con documenti mancanti. Questo spiega anche la difformità della descrizione, alcuni fascicoli con abstract di ogni documento, altri anche completi di parole chiave (originariamente: descrittori del Thesaurus Linguaggiodonna). Si è cercato di mantenere al massimo gli elementi informativi e di illustrare così la storicità della descrizione archivistica (Paola De Ferrari)
Giugno 2020
Pubblichiamo la testimonianza di una ex alunna di Marisa; Alessandra Lo Cigno.
" Qualche anno fa ho letto del fondo documentale di Marisa Corsino nelle leggende di una mostra sui movimenti femminili del 68 presso Palazzo Ducale.
Vorrei rendere omaggio al ricordo indelebile della maestra Corsino che fu mia insegnate nelle scuole elementari, 1981 istituto scuola primaria Mario Mazza via Napoli. Donna emancipata, le rendo il merito di avermi insegnato il valore dell’espressione nelle arti e nella comunicazione. Con lei stampavamo il giornalino di classe, facevamo la cartapesta, tutti i sabati mattina dopo la terribile verifica di matematica alla prima ora si faceva ginnastica e poi si pitturava con i cavalletti. Ricordo che prendeva pezzi di carta tagliati male e ci chiedeva di riconoscere degli oggetti o animali cercando di stimolare la nostra fantasia. Penso al suo modo vivace e appasionato di insegnare, ricordo che ci faveva leggere spesso Gianni Rodari. Ci insegnò anche educazione sessuale e per questo la ringrazierò all’infinito perché aver imparato a scuola questa parte di scienza mi ha permesso di essere piu consapevole negli anni successivi. Negli anni 80 questa sua scelta fu decisamente coraggiosa. Ci insegnò il rispetto del nostro corpo e di quello degli altri, adesso che sono madre mi rendo conto di quanto coraggio ci fosse in quella donna. Allego la foto della mia cara maestra r della nostra bella classe, spero possa essere aggiunta all’archivio di quella splendida donna che ho avuto la fortuna di incontrare e ahimè di non salutare in età adulta. Lei mi ha trasmesso la voglia di studiare e di vivere la vita con passione e coraggio. VI prego se potete di aggiungere questo Documento fotografico Al suo fondo che le rende il merito di essere stata una preziosa insegnante della scuola Italiana.
Cordialmente
alunna Alessandra Lo Cigno
Notizie biografiche in corso di acquisizione, contenuto inserito
Soggetto produttore Silvana Merello. Consistenza: 2 Faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, documenti, periodici. Estremi cronologici: Anni Settanta-Novanta. Ambito geografico: Genova, Italia.
Silvana Merello, ( Genova 1936/04/22), fotografa, grafica, artista, è stata attiva nel femminismo genovese dai primi anni Settanta, specie nel Collettivo femminista genovese e poi alla Casa delle Donne. A lei si deve la grafica di molti dei manifesti del movimento. Il suo fondo documentario è stato donato negli anni Novanta al Coordinamento donne lavoro cultura, riordinato e descritto con il sw Lilarca da Paola D'Arcangelo nell'ambito della sua tesi di Laurea in storia contemporanea (1998). In seguito allo scioglimento del CDLC è entrato nel patrimonio documentario dell'Associazione Archinaute che l'ha donato all'Archivio dei movimenti (2012). La descrizione attuale, ex novo, è di Virginia Niri.
Soggetto produttore/conservatore: Tilde Capomazza Consistenza: 2 faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, opuscoli, documenti, periodici. Ambito geografico: Italia, Pechino
L'autrice, femminista, mancata il 3 febbraio 2018, è stata nella direzione nazionale dell'UDI , ed è diventata un nome noto a livello nazionale negli anni Settanta con una celebre trasmissione televisiva, "Si dice donna", che per prima ha posto in luce la condizione femminile e il movimento delle donne. E' stata programmista-regista della Rai-TV. Ha lavorato all'impostazione del programma "Sapere, per l'educazione degli adulti" e ha realizzato molti cicli della serie. La trasmissione in serie "Si dice donna", che ebbe grande successo, è andata in onda su Rai2 tra il 1977 e il 1981. Ha realizzato come free-lance una serie di documentari per AIDOS e altre associazioni femminili nazionali e locali. E' stata tra le fondatrici della rivista "DWF donnawomanfemme". Con Marisa Ombra ha pubblicato nel 1987 "8 marzo: storie miti riti della Giornata internazionale della donna" (Roma, Utopia) che ha chiarito una volta per tutte l'origine della Giornata internazionale della donna (https://it.wikipedia.org/Giornata_internazionale_della_do…). (dal post su facebook di Oriana Cartaregia in occasione della scomparsa di Tilde) Trasferitasi a Genova alla fine degli anni Novanta, ha frequentato il Coordinamento donne lavoro cultura, a cui ha donato il fondo. Ha girato un documentario sulla "Ginnastica psicofisica" ideata da Mara Tommei e sostenuta dal CDLC fin dalla sua nascita nel 1983.
Altri documenti di Tilde Capomazza si trovano a Milano, nell'Archivio dell'Unione Femminile Nazionale, Corso Porta Nuova 32, e alla Biblioteca Margherita Ferro, Udi Genova.
Schedatura di Virginia Niri.
Soggetto conservatore: "Gruppo Generazioni di donne" Consistenza 23 faldoni Date: 1975 - 1983 Tipo di documentazione e supporto: opuscoli, documenti, appunti, volantini ecc. Supporto cartaceo Ambito geografico: Liguria, Italia
Sito del soggetto conservatore: www.generazioni-di-donne.it
Tra il 1975 e il 1983 si svolse l'esperienza del “Coordinamento Donne FLM” e delle "150 ore delle donne". Una storia breve in termini di anni, ma intensa e complessa, che si sviluppò in tutta Italia nelle città a maggior sviluppo industriale del nord e del sud. Alla fine degli anni ’60 l’espansione economica, il raggiungimento della unità sindacale, le grandi lotte dei metalmeccanici che si svilupparono a partire dal 1969, resero possibile una capacità di comunicazione e relazione tra fabbrica e società, un'apertura di spazi di libertà e di pensiero inedite e straordinarie. Nello stesso periodo, il pensiero femminista si affermò e diffuse nelle culture e nelle società occidentali. Contemporaneamente la legislazione italiana era in rapida evoluzione: divorzio, Statuto dei diritti dei lavoratori, nuovo diritto di famiglia, istituzione degli asili nido, nascita dei consultori familiari. Fu questo il contesto in cui le donne iniziarono ad affermare che alla contraddizione di classe si affiancava la contraddizione di sesso, e che questa passava anche in mezzo alla classe operaia, alle organizzazioni politiche, al sindacato, investendo la vita personale di ciascuno. In quegli anni molte donne lottarono in fabbrica inventando e imponendo i propri obiettivi, primo tra tutti il diritto a spazi autonomi di riunione, di elaborazione e di proposta politica nel Sindacato. Lo scontro fu duro, ma si acquisì il diritto di organizzare assemblee retribuite di sole donne nei luoghi di lavoro e furono formalmente riconosciuti i Coordinamenti delle donne in fabbrica, sul territorio e a livello nazionale. L'autonomia conquistata fu la base che rese possibile rivendicazioni e risultati, in fabbrica e fuori dalla fabbrica. Orario di lavoro, professionalità, occupazione, organizzazione del lavoro, salute, servizi sul territorio (asili, consultori) furono temi di discussione e di conquiste, che procedevano parallelamente alle battaglie nazionali per la legge sull'aborto, per la legge sulla violenza sessuale. In quegli anni le donne esplorarono anche inediti percorsi di ricerca culturale, intrapresero lunghe e complesse strade di trasformazione personale, e scrissero molto: documenti, elaborazioni, appunti, interviste, pensieri, indagini di fabbrica, rivendicazioni. L'esperienza si chiuse nei primi anni ’80, quando l'arretramento del movimento dei lavoratori rese sempre più difficile l'ardua realizzazione di un progetto politico di cambiamento che tentava di confrontare la dimensione personale, soggettiva e culturale con quella politica e sindacale. Per venti anni tutte queste carte hanno riposato in armadi e cassetti privati. Poi, dal 2000, la decisione di riprenderle, rileggerle, ordinarle. Nel 2006 l’archivio è stato affidato al Centro Ligure di Storia Sociale di Genova. Nel 2011 è stato dichiarato "bene culturale" e tutelato dalla Soprintendenza agli Archivi della Liguria. Nel gennaio 2013 è stato donato ad Archimovi, dove è ora consultabile.
Le interviste realizzate da Archimovi da vari autori e autrici sia audio che video, e conservate in digitale su hard disk esterno
https://www.archiviomovimenti.org/interviste.asp
Documenti donati da: Giovanni Battista Asso, Roberto Conio, Annamaria D’Ottavi, Franco Caprino (Yuri), Pietro Lazagna, Monica Lanfranco, Virginia Niri, Oriana Cartaregia, Amanzio Pezzolo, Luciano Sossai, Marina Verdini, Giorgio Celadon, Paola De Ferrari, Augusta Molinari, Giuliano Carlini, Francesco Surdich, Bruno Rossi, Peppino Coscione, Rosetta Russo, Assunta Rocca, Piera Gaudenzi, Paola D'Arcangelo, Donazione Anonima, Salvatore Vento, Stefania Vidale Materiali eterogenei su supporti cartagei e digitali, compresi dischi 45 giri su supporto di plastica. 4 contenitori
Soggetto produttore/conservatore: Claudio Dotti Consistenza:Faldone unico, 3 fascicoli
Si tratta di un piccolo fondo di documenti processuali appartenente a Claudio Dotti (Genova, 27/10/1943), un operaio dell'Ansaldo di Sestri Ponente già militante di Lotta Continua e delegato sindacale, arrestato nel 1980 per "partecipazione a banda armata (BR)" e "possesso di bottiglie incendiarie", condannato nel primo mega processo alle Brigate Rosse genovesi in seguito alle rivelazioni di Garigliano, Bozzo e Cristiani e infine assolto e definitivamente uscito dal processo. Si tratta di un faldone composto da sentenze, da vari verbali dello stesso Claudio e di testimoni e da note difensive, oltre alla lettera scritta dal carcere da Gianni Cocconi - ex giovanissimo militante di Potere Operaio entrato per un certo periodo nelle BR- a Claudio Dotti: questa lettera sarà usata dai giudici contro Claudio Dotti. Nel fondo c'è anche la quasi totalità della sentenza di primo grado alle BR, quella per il reato associativo.
Schedatura di Virginia Niri
Soggettto produttore/conservatore Elvira Boselli
Date Anni Settanta
Consistenza 4 faldoni
Tipo di documentazione e supporto: documenti, volantini, opuscoli, note manoscritte ecc. Periodici. Due versamenti: il primo riordinato e descritto da Virginia Niri, il secondo da Francesca Dagnino.
Elvira Boselli è stata una delle prime femministe genovesi, ha fondato con altre il Collettivo femminista genovese (1974)
Soggetti produttori/conservatori: Enrico Baiardo Consistenza: 5 faldoni, una raccolta di periodici e libri. Tipo di documentazione e supporto: Documenti, opuscoli, programmi, appunti, organigrammi ecc. Supporto cartaceo. Alcune cassette VHS e alcune audiocassette. Ambito geografico: Genova, Liguria.
Enrico Baiardo, Genova,1938/11/21 iscritto al Psiup nei Sessanta, successivamente fa parte del direttivo regionale della Filp-Cgil e aderisce al Pci. Eletto consigliere comunale nel 1976, l'anno dopo entra nella segreteria regionale di questo partito; poi è responsabile della Commissione Cultura dal 1979 al 1983 e negli Ottanta è nel Direttivo regionale con la delega all'Informazione. Presidente nel 1987 del Comitato radiotelevisivo della Regione Liguria, è rieletto nel 1995, detenendo la carica sino al 2001. Ha coltivato interessi specifici per il cinema e le arti dello spettacolo ed è autore di diversi libri, specialmente sulla cultura genovese, sul teatro e la lirica, sulla storia delle associazioni politico-culturali genovesi del secondo dopoguerra, sulla storia del PSIUP.
I documenti erano parzialmente ordinati. Riordinamento e descrizione di Virginia Niri
Soggetto produttore/conservatore Francesca Dagnino (Genova, 1947) Data/date anni ’60-‘70 Consistenza 2 faldoni Tipo di documentazione e supporto: periodici e supplementi periodici, ritagli stampa, documenti. Originali, alcuni in copia. Supporto cartaceo. Ordinati tematicamente. Ordinamento originario, descrizione di Virginia Niri Ambito geografico Genova
Francesca Dagnino nasce a Genova 1947, laureata in Giurisprudenza. Si iscrive all’UGG (Unione Goliardica Genovese) e partecipa attivamente al movimento studentesco dal 1967 sia a Balbi (Facoltà umanistiche) che nelle Facoltà Scientifiche. Nel 1971 aderisce e diventa attiva militante del Manifesto. Nel 1972-73 partecipa alla nascita del Collettivo Femminista del Manifesto, che un anno dopo, diventerà Collettivo Femminista Genovese, rendendosi autonomo. Continua, con meno vigore, la militanza nel Manifesto, poi nel PDUP sino agli anni del riflusso (1976-1977). Nel 1977 decide di fare un’esperienza di lavoro in Mozambico, divenuto da poco indipendente dal Portogallo, con il suo compagno Bruno Piotti, e dal 1979 per 27 anni vive e lavora in Africa in diversi paesi (Mozambico, Zaire, Zimbabwe, di nuovo Mozambico).Tornata a Genova nel 2006, partecipa alla creazione dell’Associazione per un Archivio dei movimenti.
Il nucleo documentario consiste nei documenti raccolti prima (rubrica di Pasolini su Vie Nuove) e durante la militanza nel Manifesto, alcuni documenti del Collettivo Femminista (“Sulla questione femminile” primo documento del collettivo femminista del Manifesto).
Soggetto produttore/conservatore Giacomo Casarino Data/dateAnni Settanta (con alcune date anteriori), anni Novanta Consistenza 2 faldoni Tipo di documentazione e supporto Documenti, periodici Ambito geografico Genova, Italia. Giacomo Casarino è stato militante della FGCI fin dai tempi dell'Università (1961), poi funzionario del PCI fino al luglio 1969. In posizione di dissenso a partire almeno dal 1965, aderisce al gruppo del Manifesto, e perciò nel settembre 1970 viene radiato per scissionismo dal partito. Nel Manifesto assume funzioni dirigenti sia locali che nazionali. Il primo faldone contiene il Cerchio Quadrato, suppl. del Manifesto 1992-1994. Il secondo faldone raccoglie alcuni docc. originali, il primo 1962 e soprattutto periodici (il Manifesto 1976-1977, Habib 1994-1998, “Culmv 50 anni” 1996) Schedatura di Virginia Niri
Soggetti produttori/conservatori: Gianriccardo Scheri e Anna Ducci Consistenza: 6 faldoni, una raccolta di libri, una serie di manifesti. Tipo di documentazione e supporto: documenti e periodici. Supporto cartaceo. Riordinato e descritto da Virginia Niri Ambito geografico: Genova; Italia Il fondo conserva periodici a partire dai primi anni 70, specialmente pubblicazioni femministe: "mezzocielo", periodico della Lega delle donne comuniste (collegata all'Unione dei comunisti (m-l) italiani); Sottosopra, Effe e Quotidiano Donna ecc. e alcuni libri. Alcuni volantini femministi genovesi (Collettivo di piazza San Giorgio). Manifesti italiani e cinesi (anni '70)
Notizie biografiche: Anna Ducci: (Genova 1946 ) Ha lavorato sempre come impiegata, coltivando insieme un grande interesse per la fotografia. Molte sue foto, donate all'Archivio, documentano manifestazioni o momenti di lotta degli anni Settanta e del femminismo. Oltre a una certa attività nella sinistra extraparlamentare, insieme al marito Gianriccardo Scheri, è stata attiva nel movimento delle donne, frequentando il Collettivo femminista di Piazza san Giorgio e seguendo nei decenni successivi i momenti salienti delle lotte femministe.
Gianriccardo Scheri ( Bologna, 28.10.1948).
Vive a Genova dove ha lavorato in porto. Scrive da sempre.
Dopo un percorso nella poesia, con testi su riviste e raccolte autoprodotte, dal 1975 procede nel settore di confine tra arti visive e teatro, con azioni, installazioni, video.
Documenti (Anni Settanta) donati da Gigliola Benghi, un faldone (Anni Settanta). Gigliola ha partecipato all'associazionismo cattolico (GS) e al movimento studentesco (GOS). Poi, durante gli studi di giurisprudenza, ha frequentato il collettivo politico giuridico, con incontri con Magistratura Democratica (1970 - 1975). Ha partecipato al Collettivo femminista del manifesto. Dal 1979 lavora all'Avvocatura della Regione Liguria. Riordinati da Virginia Niri
Secondo versamento, marzo 2018, un faldone , 4 fascicoli, anni 60-1970. Documenti che testimoniano l'impegno dell'autrice nei gruppi degli studenti cattolici (Gioventù studentesca) e l'attività nel movimento degli studenti medi. Sono presenti documenti non solo genovesi, ma anche di Milano, di Pisa ecc., e documenti dei gruppi attivi o in formazione di ispirazione marxista, troskista, anarchica...insieme ad alcuni provenienti da circoli di operai-studenti di fabbriche (Italsider), e di università (Fisica, Facoltà umanistiche di Balbi).
Riordinamento e descrizione di Paola De Ferrari
Soggetto produttore Giuseppe (Pippo) Carrubba
Data/date anni ’70-'90 Consistenza due faldoni, una raccolta di libri (inseriti nel catalogo online delle Biblioteche genovesi, https://bibliometroge.sebina.it/opac/Opac.do ricercabili con la parola chiave "bamcr" nella "Biblioteca Berio")
Tipo di documentazione e supporto documenti, volantini, ritagli stampa, fotocopie da periodici, stampati ecc. Originali e fotocopie. Supporto cartaceo. Ordinamento originale.
Ambito geografico Genova
[Documenti affidati nel 2010 a Bruno Piotti. Nota seguente di Bruno Piotti]. “Il primo faldone contiene, divisi in tre buste, molti articoli di quotidiani (Il Secolo XIX, l’Unità, Lotta Continua), documenti e volantini dal 1972 al 1990. Documentazione sciolta con notizie e commenti a episodi cruciali come il licenziamento di Pippo Carrubba nel 1972, le stragi di stato, le elezioni politiche del 1976, l’uccisione di Guido Rossa da parte delle BR, mozioni e lettere come delegato sindacale in varie aziende, lettere di Mitra (Cisl) e del Sindaco di Genova sul primo libro di Pippo. Si può ricostruire la storia dei suoi lavori e delle relazioni con il sindacato genovese. Il secondo faldone contiene in due buste volantini, circolari, documenti sindacali, lettere del Cantiere Navale di Sestri Ponente, degli anni ’90. I tre libri sono: Pippo Carrubba “Lettere dalla fabbrica. 1978-1990”, prefazione Luciano Della Mea, Jaca Book 2000 e Pippo Carrubba, “Mi chiamavano sovversivo. Memorie di solidarietà operaia”, prefazione di Fausto Bertinotti, Jaca Book 2004” e“Il gruppettaro”. Subfondo riordinato seguendo le suddivisioni originali e schedato da Virginia Niri, gennaio 2011
Estratto dal saggio di Giorgio Moroni, dal libro “Scritture operaie: l’esperienza genovese 1970-2000” edizioni Archivio di movimenti 2024
Giuseppe Carrubba, detto Pippo, era nato a Riesi, in provincia di Caltanissetta il 12 novembre 1938. La sua vita è largamente raccontata nei suoi libri, tutti autobiografici.
Gli muore il padre Rosario in modo atroce, sepolto vivo nella bara a seguito di morte apparente per catalessi, quando Pippo aveva pochi mesi di vita; la madre Carmela si trasferisce a Palermo con i quattro figli e Pippo, il più piccolo, viene sistemato in un orfanotrofio per poveri, dove passa infelicemente la sua infanzia, e poi in case di correzione e collegi dove frequenta le elementari e l’avviamento, fino ai 18 anni. Negli intervalli, va a vivere dalla madre e poi col fratello maggiore che nel frattempo, sposatosi, è tornato a vivere a Caltanissetta. Il problema è trovare lavoro e tutta la sua vita successiva sarà segnata da questa ricerca alimentata da un fondo inesauribile di rabbia e di ribellione.
Emigrato a Genova, sarà ospitato per i primi tempi da uno dei fratelli e, non appena sistematosi, sarà raggiunto dalla moglie Rosetta Bognanni, incinta del primo figlio; successivamente ne nascerà un secondo. Per lui la fabbrica, dove incontrerà per la prima volta i partigiani e i militanti extraparlamentari, è la vera università, la scuola di vita dove la sua voglia di riscatto poteva scoprire le sue ragioni profonde ed essere condivisa, dopo la scoperta della lotta politica, con le storie degli altri. Val la pena di ricordare la sua fattiva partecipazione alla lotta operaia della Chicago Bridge, dove incontra per la prima volta ai cancelli gli studenti che si uniranno al Comitato di Lotta. La Commissione Interna e il sindacato verranno spinti ad una lotta più dura, ad oltranza, in linea con le decisioni prese dall’assemblea degli operai. Nel suo primo libro Il posto fisso ne fa un resoconto dettagliato. Fondamentali per Pippo sono gli incontri con l’operaio Michele Vinci, che lo avvicinerà al Psiup, e con lo studente di medicina Bruno Piotti, tramite il quale parteciperà alle attività del Comitato di Organizzazione Proletaria. Successivamente, seguendo le scelte di alcuni dei compagni del COP, Carrubba aderisce a Lotta Continua, dove entra a far parte della Commissione operaia, sollecitando costantemente interventi sulla fabbrica e intervenendo raramente sulle scelte di linea.
Dopo aver lavorato in parecchie fabbriche, tra cui la Verrina, ed essere emigrato per un breve periodo in Germania a Ravensburg (nel Baden-Württemberg), nel 1976 ottiene finalmente in Fincantieri a Sestri Ponente il posto fisso come saldatore. Utilizzando le 150 ore, frequenta all’Università di Genova un corso di medicina del lavoro.
Nel frattempo ha scoperto la forza della parola scritta, di cui avverte la risonanza nel tempo. “La penna è un’arma”, comincia e continuerà a ripetere. Sarà per tutta la sua vita un convinto comunista.
L’opera di esordio di Pippo Carrubba, prima di intitolarsi definitivamente IL POSTO FISSO (con i caratteri a stampatello) portava il titolo, “Dal Sud al Nord, ovvero alla ricerca di un posto fisso di lavoro”. Ad aprirlo erano due note, la prima di Giulio Derchi, Segretario generale della FLM. e la seconda di Carlo Mitra, Segretario regionale CISL Genova. La vera introduzione è però quella di Olga Speziali Panella, docente dell’Istituto magistrale P. Gobetti: “il linguaggio è quello parlato, di un’efficacia fatta di immediatezza espressiva, rara in tempi di gerghi, di narcisismi, di retorica dilagante. (…) Qui siamo agli antipodi del terrorismo, e proprio in questo, in questa prospettiva, si pone il valore di questo straordinario racconto autobiografico.”
Carrubba trova difficoltà a pubblicare il suo romanzo, che ha iniziato a scrivere già ai tempi della sua militanza in Lotta Continua, perché gli editori consultati, pur trovandolo interessante, vorrebbero che venisse riscritto...”Ma un operaio scrive come parla e gli operai parlano così”, ha sempre replicato Carrubba.
Nel febbraio del 1981.“L’alternativa” di Catania (collana diretta da Adele Faccio) pubblica, con l’introduzione di Pio Baldelli, Il posto fisso, che trova finalmente un editore (ma purtroppo è un libro che non verrà distribuito, a parte le 100 copie che l’autore riuscirà a farsi spedire grazie a un parente locale). Viene adottato come libro di testo dall’Istituto magistrale Gobetti di Sampierdarena dove insegna Olga Panella. Pippo non è un altro Guerrazzi, il prototipo dell’operaio scrittore. Egli resta innanzitutto un operaio, anzi un militante operaio. Pippo si definisce un “emigrante in patria”
Solo nel 2002 Il Posto fisso verrà ripubblicato da Jaca Book nella collana Grandevetro, con la prefazione di Antonio Gibelli.
Dopo un travagliato percorso attraverso lavori precari ed esperienze di lotta, Pippo Carrubba nel 1976 è quindi entrato come “fisso” assieme ad altri operai delle ditte private nei Cantieri Navali di Sestri Ponente (IRI). Dopo pochi anni, tuttavia, si ritrova in cassa integrazione, con l’imminente prospettiva della chiusura del cantiere. Eletto nel frattempo delegato sindacale, Pippo conduce una strenua lotta che dura nel tempo, fino alla metà degli anni Ottanta e, dopo averla usata per scrivere la sua potente autobiografia, riscopre la penna come un’arma.
E’ del settembre 1985 la presentazione del secondo volume pubblicato da Pippo Carrubba, Lettera al ministro, promossa dall’assessore alla P.I. e attività culturali Maria Paola Profumo, con Antonio Gibelli, Lino De Benetti (titolare della Casa editrice “Lanterna” che ha pubblicato nel settembre 1984 il libro) e alcuni cassintegrati Italsider e Dufour. Il libro viene ristampato nell’agosto 2012 dalla Book Sprint edizioni con alcune integrazioni: il titolo è stato cambiato in: LA Fincantieri? No! Il Cassaintegrato e il Signor Ministro. Il titolo appare completo nella prima e nella seconda pagina del libro, ma non nella copertina, dove appare così: La Fincantieri? No! Il Cassintegrato e il Ministro. In questo secondo volume Carrubba mostra una grande consapevolezza di sé, brandisce la parola scritta come un’arma, anzi come uno strumento a percussione di quelli che si usavano allora nei cortei operai, tipo i bidoni di latta.
Pippo Carrubba inizia a scrivere, negli anni Ottanta, dei racconti a partire dalla sua prima giornata di lavoro in Italcantieri nell’aprile 1976, per poi passare a raccontare delle continue tensioni con la Direzione e con il Sindacato. E’ il diario meticoloso di un agitatore, di un delegato di fabbrica combattivo, che si batte apertamente le continue minacce di ridimensionamento e l’uso strumentale che delle Brigate Rosse fa il sindacato per isolare e criminalizzare i compagni dei gruppi, coloro che gruppettari sono rimasti anche se i gruppi non ci sono più e ora sono riuniti nel Collettivo operaio dell’Italcantieri: di fatto la conquista del posto fisso per Pippo è coincisa con la chiusura dell’esperienza di Lotta Continua, gruppo nel quale Carrubba si è pienamente identificato e nel quale è rimasto fino alla fine. IL GRUPPETTARO, diviso in due volumi, è la raccolta di questi racconti: verrà stampato nel luglio 1989 ed edito in proprio. Nell’ultimo capitolo, “L’inidoneo”, Pippo Carrubba racconta sia del suo rifiuto di essere esentato dal lavoro per inidoneità fisica (recidiva di ulcera), nel timore di essere considerato uno scansafatiche, sia la dinamica del suo prepensionamento (all’inizio del 1992, dopo 16 anni di “posto fisso”), scelta obbligata per evitare la mobilità, e quindi il trasferimento. In Italcantieri, dopo il prepensionamento coatto, non tornerà mai più, benché fosse stato per anni delegato nel Consiglio di Fabbrica e il suo ricordo, soprattutto tra i più giovani, si fosse tinto di un alone quasi leggendario, per la sua incessante e indomita capacità di rappresentare in modo diretto gli interessi degli operai. Iscritto alla CGIL e per un certo periodo anche alla CISL, Mai iscritto al PCI
Qualche anno prima del prepensionamento Pippo si è separato dalla moglie. Ne parlerà in un capitolo di uno dei suoi libri successivi, Mi chiamavano sovversivo. Decide di trasferirsi nei dintorni di Ovada, a Silvano d’Orba, dove farà inizialmente il pendolare e, una volta trasferitosi definitivamente, inizierà un nuovo capitolo della sua vita. Lì conosce Bruna Grosso, una giovane insegnante ovadese, che sposa nel 1995.
Pippo Carrubba durante la sua esperienza di operaio e sindacalista nel Cantiere non ha solamente tenuto un diario quasi quotidiano delle sue battaglie ma ha anche scritto incessantemente lettere: lettere al quotidiano Lotta Continua, lettere ai potenti (Cossiga, Scalfaro, ma anche D’Alema e Occhetto), lettere ai giornali locali, oltre a varie lettere aperte, tra cui quelle alle BR e quella, molto divertente, a Radio Maria... Nel 2000 Jaca Book con il volume “LETTERE DALLA FABBRICA (1989-1999)” ne pubblica una settantina, delle oltre centocinquanta scritte e spedite nel periodo; l’introduzione al volume è di Luciano Della Mea.
Nel 2015 Pippo Carrubba concederà una replica pubblicando con l’editore BookSprint il volume “LETTERA AL DIRETTORE” (2000-2010), dove raccoglie le lettere scritte ai direttori dei giornali locali, ma anche a Presidenti del Consiglio, della Repubblica, ai Sindaci dell’ovadese, ai Segretari delle Confederazioni sindacali, a Fausto Bertinotti. Anche a Fausto Bertinotti: perché, dopo la svolta occhettiana della Bolognina (contro la quale il nostro si scaglia dal primo mento, nonostante non sia mai stato iscritto al Pci) Pippo Carrubba è confluito con i compagni della provincia alessandrina in Rifondazione Comunista aprendo una sezione del partito a Silvano d’Orba, partecipando alle lotte locali sia a Ovada. Una di queste è raccontata nell’ultimo capitolo del suo libro: “MI CHIAMAVANO SOVVERSIVO, Memorie di solidarietà operaia”, pubblicato nel 2004 dalla Jaca Book proprio con prefazione di Fausto Bertinotti. In questo libro Carrubba ritorna alla prima assemblea operaia convocata in Fincantieri nei primi anni Ottanta mentre si decide la cassa integrazione delle maestranze e alle lotte durissime che seguono: blocchi stradali, occupazione della ferrovia, dell’aeroporto, delle autostrade. E anche alle morti bianche, alle malattie professionali quali l’asbestosi, la leucemia, la silicosi che lo stesso Carrubba ammette di avere sottovalutato quando non ignorato, come tanti operai, perché “contava solo la tranquillità del posto fisso con un futuro certo”. Per arrivare alla sua nuova vita dopo il prepensionamento, nella quale non rimetterà più piede nella fabbrica che gli ha mangiato la vita, nel corso della quale si sentirà parte della nuova vicenda del cosiddetto “popolo dell’acqua”, del popolo della pace, del movimento altromondista all’epoca noto come “no-global”. Alla presentazione del libro al teatro Splendor di Ovada, nel giugno 2005, partecipano Gad Lerner e Andrea Marcenaro.
Nell’ultima parte della sua vita Pippo Carrubba si volge indietro e torna alla sua infanzia in Sicilia scrivendo un romanzo autobiografico questa volta dedicato alla sua vita prima della scoperta della politica. Per farlo, Carrubba sceglie di esprimersi in una lingua mista, tra il parlato siculo e un italiano ricco di metafore e iperboli, mettendo in luce un esplicito slancio poetico: il risultato è “TEMPI DI CICORIA AMARA NEL XX SECOLO, vita vissuta e racconto”, che dopo quattro anni di lavoro viene stampato nel maggio 2011 da Book Sprint edizioni con l’introduzione dell’amico don Andrea Gallo. Sono anni tragici e crudeli, pieni di contrasti antichi, per Pippo sono anni di “educazione siciliana”. Il romanzo si chiude con Pippo che, ormai ventenne, con la moglie con la panza grossa, sale sul treno per Genova, verso il triangolo industriale. Come aveva scritto qualche anno prima il conterraneo ragusano Vincenzo Rabito in “Teramatta”: “Se all’uomo in questa vita non ci incontro aventure, non ave niente darraccontare”.
Infine, nel luglio 2017 BookSprint edizioni pubblica IL VOLO DELLA FARFALLA - OPERAI! STUDENTI! UNITI NELLA LOTTA!, introdotto da Vito Pacelli, il suo editore. E’ il suo ultimo romanzo di testimonianza, questa volta un testamento. Sono dieci capitoli dedicati ciascuno a un anno, dal 1960 al 1969, gli anni della sua formazione politica.
Pippo Carrubba muore all’Ospedale San Giacomo di Novi Ligure per polmonite il 28-03-2020, in piena pandemia.
Collezione di libri dell'autore. Inseriti nel catalogo online delle Biblioteche genovesi (con la collaborazione di Alice D'Albis), in cui si ricercano con la parola chiave BAMCR
In occasione della pubblicazione da parte di Archimovi del libro "Scritture operaie. L'esperienza genovese 1970-2000" , 2024, a cura di Marco Codebò e Giorgio Moroni, sono stati donati all'archivio da parte di Bruna Grosso, moglie di Pippo Carrubba, ulteriori documenti e libri, raccolti in due faldoni e una serie di libri, tutti quelli scritti dall'autore.
Ambito geografico Genova, Piemonte, Italia
Date: dagli anni Settanta al post 2000.
Tipo di documentazione: dattiloscritti, manoscritti, fotocopie, ritagli stampa, locandine, fotografie...
Per una biografia dettagliata dell'autore si rimanda al Primo versamento
https://www.archiviomovimenti.org/fondodescrizione.asp?ID=17
Riordino e descrizione di Liliana Sanna e Paola De Ferrari
Soggetto conservatore: Jeanne Pressi Vazzoler (nata a Basilea, Svizzera, l'09/11/1948). Materiali documentari e fotografie raccolte e conservate da Jeanne Vazzoler, prodotti dal Comitato di Quartiere del Centro storico genovese (Anni Settanta) e riguardanti le lotte specifiche: autoriduzione delle bollette, occupazione di case, manifestazioni di solidarietà internazionale (Palestina, Libano), manifestazioni antifasciste ecc. E' presente un gruppo di stampe fotografiche riguardanti l'Ospedale Psichiatrico di Quarto, (foto di Giorgio Bergami) e alcune attività di "antipsichiatria" a favore dei ricoverati (sotto la direzione di Antonio Slavich).
Soggetto produttore Massimo Selis (nato nato a Genova, l'08/06/1948)
Data/date anni 1970-1976, con docc. precedenti Consistenza un faldone Tipo di documentazione e supporto documenti, volantini, appunti manoscritti, brochures, leggi parlamentari, ritagli di quotidiani ecc. Originali, alcuni in copia. Supporto cartaceo. Ordinamento originale tematico. Ambito geografico Genova Documenti affidati nel 1976 a Bruno Piotti e da lui conservati Riordinamento e schedatura di Virginia Niri, dicembre 2010 Nota di Bruno Piotti. “Nel faldone si trovano: una cartellina con documenti di riflessione politica generale elaborati dall’Autore [ora in Fascicolo 1] Una cartella contenente documenti sulle Riparazioni Navali, dove Massimo Selis ha lavorato in una grande ditta di appalti(dopo la Chicago Bridge, 1968). Include documenti di Lotta Continua, volantini, appunti manoscritti, documenti sindacali sulle ristrutturazioni, sul porto e sul salario di ben 12 o 13 ditte di appalti. Alcuni documenti sciolti sono prevalentemente di Lotta continua, e delle femministe di LC [ora fascicolo 3]”
Soggetto produttore/conservatore: Maria Pia Conte (Genova, 1946) Consistenza: una cartella Tipi di documentazione e supporto: cartacei, originali e copie. Corrispondenza, delibere, interpellanze, rassegna stampa, appunti manoscritti ecc. Ordinato per temi dall’autrice. Ambito geografico: Vercelli I documenti riguardano una importante lotta contro la direzione dell’Ospedale Psichiatrico di Vercelli, che ancora nei primi anni ’70 gestiva l’ospedale secondo la concezione segregante e punitiva con metodi autoritari e repressivi sia verso i pazienti che i collaboratori medici e infermieri. In particolare, furono messe sotto accusa dall’autrice, psichiatra e psicoanalista, allora assistente medico assunta con contratto a termine, e dalla collega Anna Lisa Salvatore la piretoterapia, iniezioni a base di zolfo che debilitavano i malati “agitati” con febbri violente, l’uso di elettrochoc ecc. . La loro attività ne causò il licenziamento, in un contesto di dimissioni e licenziamenti di ben 11 medici e anche primari che contestavano il clima e la gestione interna all’OP, e i legami di potere (democristiano) con l’Amministrazione provinciale. Questo caso ebbe risonanza nazionale e fu emblematico della lotta contro l’istituzione manicomiale. Il subfondo contiene anche corrispondenza e documenti prodotti da Giancarlo Costa, collega psichiatra, dal capoinfermiere Zugliani e dal Sindacato dipendenti ospedali psichiatrici.
parole chiave: psichiatria, antipsichiatria, 68, Ospedali psichiatrici, medicina
Soggetto produttore Pietro Melis, Soggetto conservatore Gabriella Icardi Date 1971 -1983 e documenti senza data (anni Ottanta?)
Si tratta di documenti raccolti, presumibilmente, da Pietro Melis, militante della sinistra extraparlamentare negli anni Settanta. La vedova Gabriella Icardi li ha donati all'Archivio
Non si dispone di altre notizie biografiche dei soggetti produttore e conservatore. I documenti sono stati descritti da Virginia Niri
Soggetto produttore/conservatore: Pietro Pastorino Consistenza: un faldone Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea in gran parte copie dell’epoca, fotografie, pagine quotidiani, opuscoli. Ambito geografico: Genova Pietro (Piero) Pastorino, Genova 1949, operaio specializzato (collaudatore) alla Nuova San Giorgio di Sestri Ponente dal 1966, aderisce alla FIM CISL dal ’67. Frequenta in modo sporadico la sede del Manifesto. Dopo il servizio militare è per un breve periodo ('73/'74) delegato nel Consiglio di Fabbrica. E’ attivo nel sociale, in particolare nelle lotte all’Istituto dei ciechi David Chiossone. Partecipa alla creazione del Comitato unitario handicappati, e poi al CIS (Centro di iniziativa sociale). Il subfondo raccoglie documenti prodotti negli ambiti citati.
parole chiave: operai, sindacati, 69, handicap
Soggetto produttore Pietro Tarallo (Firenze,1941) Data/date anni Settanta Consistenza 4 faldoni, 155 libri (Inseriti nel database ALEPH della rete biblioteche liguri. URL: http://catalogo.sbi.genova.it/, ricercabili inserendo la frase "archivio movimenti". Tipo di documentazione e supporto documenti, ritagli stampa, bozze, appunti ms.,ecc. Fotografie, negativi e stampe. Ambito geografico Torino, paesi della cintura. Documenti parzialmente ordinati tematicamente dall’autore. I negativi fotografici sono stati acquisiti a scanner da Piero Pastorino nel dicembre 2010. Pietro Tarallo è nato a Firenze il 21 giugno 1941, si è trasferito a Torino nel 1945, dove ha compiuto i suoi studi al Liceo Classico Cavour e all'università . Si è laureato in Giurisprudenza (1965) e in Lettere (1972) con una tesi sulle lotte operaie a Torino dal 1950 al 1955 discussa con il professor Nicola Tranfaglia. Ha affiancato all'attività professionale negli anni Sessanta e Settanta (Studio Testa, La Rinascente, Ermenegildo Zegna, insegnante nelle scuole sperimentali di Torino e dintorni) la militanza nei gruppi studenteschi, in Lotta Continua e nella CGIL Scuola di Torino. A metà degli anni Ottanta si è trasferito a Pieve Ligure e ha lasciato l'insegnamento per dedicarsi al giornalismo con una specializzazione in turismo, viaggi e società, viaggiando a lungo in vari paesi dei 5 continenti e collaborando con numerosi quotidiani, settimanali e mensili italiani e stranieri. Ha affiancato a quest'attività di scrittore anche quella di fotografo. E' autore di un numero notevole di reportage e articoli e di oltre 50 libri fra testi scolastici di Geografia, guide di viaggio, libri fotografici e manuali. Ha scritto i soggetti e le sceneggiature di alcuni documentari girati da Adriano Zecca per Canale 5, RAI-TV e Televisione Svizzera Italiana. Ha vinto numerosi premi letterari nazionali e internazionali, tra cui: "Un libro per il Turismo", 1991; "PATA- Per la cultura", 1993; "Pluma de Plata de Mexico", 1994; "Migliore guida turistica" e "Adutei", 1995; "XVIII Premio letterario Castiglioncello Costa degli Etruschi", 1995; "Tourism Awards - Premio per il miglior articolo della stampa estera su Singapore", 1996; "Premio eco-turismo - Giandomenico Ducali", 2005; "Camogli - San Valentino", 2008. Dal 2003 e animatore di un gruppo ambientalista che ha dato vita all'associazione "Memorie &Progetti", dirige il periodico "Creuze del Golfo Paradiso", fa parte del coordinamento dei comitati di base de "La Rete per l'ambiente del Golfo Paradiso" e dell'Osservatorio del Paesaggio.
I libri sono stati catalogati e descritti dalla Biblioteca Berio, inseriti nel catalogo online delle Biblioteche genovesi, https://bibliometroge.sebina.it/opac/Opac.do ricercabili nella "Biblioteca Berio" e in SBN, Sistema Bibliografico Nazionale. Sono visibili inserendo come chiave di ricerca BAMTR. I libri non sono prestabili, ma leggibili in Sala Lettura (5° piano della Biblioteca)
I libri sono stati catalogati e descritti dalla Biblioteca Berio, con il contributo di Alice D'Albis, inseriti nel catalogo online delle Biblioteche genovesi, https://bibliometroge.sebina.it/opac/Opac.do ricercabili con la parola chiave "bamnv" nella "Biblioteca Berio"e in SBN, Sistema Bibliografico Nazionale. I libri non sono prestabili, ma leggibili in Sala Lettura (5° piano della Biblioteca)
Soggetto produttore/conservatore Riccardo Navone Consistenza otto faldoni e una raccolta di libri Tipo di documentazione e supporto periodici, opuscoli, documenti, dvd, libri (ricercabili nel catalogo unificato delle biblioteche http://catalogo.sbi.genova.it/ selezionando la frase di ricerca"Navone Riccardo" e la biblioteca "Biblioteca Archivio movimenti". Oppure seguendo le istruzioni a video del servizio )
Ambito geografico Genova, Italia. Il nucleo documentario di Riccardo Navone, libraio, scrittore, editore, comprende una raccolta di libri sul '68 e i movimenti, le stragi di stato e fasciste, il terrorismo, editi dagli anni '60 a oggi. Anche la collezione dei periodici raccoglie alcune delle più importanti inchieste e servizi usciti sulla stampa italiana. Tra le testate si notano: L’Europeo, l’Espresso, Sette (suppl. Corriere della Sera) del 1998 dedicato al ’68, Lotta Continua e la sua edizione speciale per il Sud “Mo’ che il tempo si avvicina”, 1971 -1972, il Lavoro (delitto Moro), Critica sociale (Moro) Panorama, Umanità nova (1969, strage di stato e Pinelli) ecc. La serie Periodici, formata da 276 pezzi (pagine di quotidiani, fascicoli e ritagli di riviste e periodici, qualche raccolta completa come Habib, supplemento del Manifesto) è stata riordinata e schedata da Virginia Niri. Nel giugno 2011 sono stati aggiunti due video: "A street for sale", video girato nel 2004 a Tel Aviv, che documenta una lotta di artigiani contro speculatori che volevava abbattere le antiche botteghe. Uno dei protagonisti è Daniele Joffe. Sottotitoli in inglese. L'altro video è su "Macondo", interviste ai protagonisti dell'esperienza milanese. Nel gennaio 2016 si è aggiunto un terzo versamento di documenti, periodici, rassegna stampa e dvd, riguardanti in massima parte il G8, Genova 2001 (faldone VIII). Una estesa ricerca compiuta da Navone negli archivi di Stato, gli ha permesso di costituire un grande fondo di documenti riguardanti i Confinati durante il Fascismo nell'isola di Ventotene. Sull'argomento ha scritto il libroVentotene, isola di confino. Confinati politici e isolani sotto le leggi speciali 1926–1943 (pp. 314, euro 20. Ed. Ultima spiaggia, a cura di Filomena Gargiulo). CFR "https://www.marioavagliano.it/index.php/articoli/item/677-ponza-e-ventotene-gli-antifascisti-relegati-nelle-isole-gabbia ". I documenti frutto della ricerca costituiscono il primo nucleo di un Centro di documentazione del Comune di Ventotene, dove vengono conservati e possono essere consultati.
Soggetto produttore Franco "Yuri" Caprino Consistenza: 3 faldoni di opuscoli, documenti e periodici, in varie lingue (italiano, inglese, spagnolo), alcuni filmati su pellicola, una raccolta di libri, una raccolta di manifesti. Donazioni in periodi diversi (ultima: 2014) Anni Settanta e seguenti.
Franco (14 Ottobre 1946) è stato uno dei protagonisti, nell'autunno e inverno 1968 e poi negli anni seguenti, come giovane operaio, della lotta esemplare e vincente della Chicago Bridge, fabbrica metalmeccanica genovese. Ha partecipato al movimento nella sinistra extraparlamentare (Lotta Continua), poi, emigrato in Inghilterra, ha condotto una lunga battaglia contro l'espulsione - per motivi politici-, e sulla situazione degli immigrati in UK in quegli anni, coinvolgendo alla fine anche istituzioni europee.
Fondo librario: sono libri in maggioranza in lingua inglese, frutto della lotta contro l'espulsione dall'Inghilterra condotta da Franco negli anni Settanta.
Soggetti conservatori Adriano Silingardi, Luciana Trotta. Consistenza 9 faldoni. Date: Anni Settanta- Ottanta. Tipo di documentazione e supporti: Documenti, volantini, opuscoli, periodici, ritagli di giornali ecc. Una ricca collezione di manifesti. Supporto cartaceo. Ambito geografico: Genova, Italia, Europa.
Un secondo versamento (2016) riguarda documenti sul G8 di Genova (2001), consistente di documenti e quotidiani (4 Faldoni)
Luciana Trotta
E’ nata a Bergamo nel 1950. A Genova frequenta il liceo artistico e l'Accademia Ligustica di Belle Arti. Nel 1976 fonda con altri la Cooperativa Lo Stregatto che opera nelle scuole e nelle piazze di Genova e della Liguria. In quegli anni si fa sempre più forte il legame tra la ricerca creativa e l’ambiente sociale, il mondo degli emarginati, dei disabili, delle persone “non produttive”. Nel 1989 inizia a collaborare con il Servizio di Salute Mentale, conducendo laboratori espressivi di stampa d’arte, ceramica e pittura. Collabora con Claudio Costa alla creazione del Museo delle Forme Inconsapevoli. Ad oggi continua a lavorare nel suo studio genovese. Negli anni del movimento milita nel circolo La Comune di Genova. Dal 1970 è sposata con Adriano.
Adriano Silingardi
E’ nato a Genova nel 1951. Si diploma al Galileo Galilei di Genova, dal 1970 lavora nell’industria; nel 1975 entra in Italcantieri a Sestri Ponente, poi per quasi trent’anni nel Cetena, il centro ricerche di Fincantieri. Fotografo e ricercatore, si occupa anche di fotografia storica, curando mostre e pubblicazioni. Ha fotografato la sua città ed in particolare il centro storico e le sue trasformazioni negli ultimi decenni. Segue e fotografa i movimenti sociali e politici dalla fine degli anni ’60. Negli anni del movimento milita nel Circolo La Comune di Genova. Dal 1970 è sposato con Luciana
Si tratta di un secondo versamento di Adriano Silingardi e Luciana Trotta. Sono 4 faldoni di documenti e quotidiani, raccolti durante e dopo le giornate del G8 di Genova (luglio e agosto 2001)
Riordinamento e descrizione di Virginia Niri
Donato da Erminia Murchio. Un faldone, documenti, 1974-1975
parole chiave: AIAS (associazione italiana assistenza spastici), handicap, ospedalieri
Denominazione fondo: Mascaretti, Alberto
nato a Parma (PR), 1948 marzo 2 -
Consistenza del fondo: 2 faldoni, pacchetto stampe fotografiche, cartella di manifesti
Estremi cronologici: Anni Settanta
Tipologia documentaria: documenti, volantini, periodici, stampe fotografiche (Lotta di liberazione dell'Eritrea, primi anni settanta). Un cospicuo fondo di manifesti, schedati a parte. Supporti: cartacei
Ambito geografico Italia, Eritrea, Europa
Profilo storico / Biografia del soggetto produttore:
Alberto Mascaretti è attivo nel movimento studentesco universitario e precisamente nel Comitato di base di Chimica dal 1966 fino al 1973 anni in cui frequenta il corso di laurea in Chimica Industriale all’Università di Genova. Successivamente è militante di Avanguardia Operaia dal 1972 al 1974. Nella primavera del 1975 inizia il servizio militare di leva come alpino e partecipa a iniziative di “Proletari in divisa” a Fossano e Susa. Lavora nell’industria farmaceutica, sezione marketing.
parole chiave: movimento degli studenti, anni Settanta, fotografie, manifesti, Proletari in Divisa, antimperialismo, Avanguardia Operaia
Raccolta del periodico trimestarle "II cestinato", prodotto dalla associazione "Il Ce.sto" (acronimo di Centro storico). Anni 1992-1996. Una cartella.
La coperativa "Il Ce.sto" nasce come volontariato a metà degli anni Settanta, e diventa associazione nel 1987. Da questa nasce la Cooperativa attuale https://www.ilcesto.org/arcipelagocesto/
L'autore del fondo è Amedeo Gagliardi.
(scheda in via di completamento)
Descrizione di Liliana Sanna
Soggetto produttore/conservatore: Bruno Piotti Date: Anni Sessanta- Settanta Consistenza: 7 faldoni di cui uno di periodici Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea in parte originale e in parte copie dell’epoca, fotografie, pagine quotidiani e periodici, opuscoli, ecc. Sommariamente ordinato cronologicamente e tematicamente dall'autore, con ampia descrizione allegata Ambito geografico: Genova, Asti, Italia
Il fondo contiene documenti a partire dal primo coinvolgimento di Bruno Piotti (Nizza Monferrato 1946, medico) in attività sociali e politiche al Liceo V. Alfieri di Asti. Si trova poi documentazione sulle elezioni dell’ORUG, parlamento partitico dell’ Università di Genova, dove l’autore si è trasferito. Con la nascita del Movimento studentesco si trovano documenti delle Assemblee di Rimini e di Venezia (1966-1967), altri sulla riforma dei programmi di studio delle Facoltà di Medicina e la riforma ospedaliera Mariotti, volantini delle prime occupazioni a Lettere, Fisica e Medicina a Genova e pochi documenti di Trento e Torino. Sono presenti anche relazioni e alcuni documenti del Potere Studentesco e del Comitato Studenti di Genova. Inoltre ci sono documenti originali sull’occupazione della Chicago Bridge, azienda di manutenzione dei Cantieri Navali di Sestri Ponente; documenti sulla medicina di fabbrica, le vernici epossidiche e altri rischi ambientali alla ASGEN di Campi, documenti FLM, CGIL e FIM-CISL. C’è inoltre documentazione delle riunioni di Potere Operaio a Sampierdarena, documenti e opuscoli di Lotta Continua, e documenti sulle elezioni politiche generali con Democrazia Proletaria del 1976. I periodici sono numeri di Lotta Continua (1972, 1975, 1976) e de Il Gallo (1966). Riordinamento cronologico, cartulazione e schedatura dei fascicoli di Paola De Ferrari (gennaio 2011) Ogni fascicolo è corredato dalle annotazioni dell’autore, scritte nell’agosto 2010.
Notizie biografiche del donatore:
Bruno Piotti
Nato nel 1946/8/10 a Nizza Monferrato, Asti. Laureato in medicina a Genova, è militante del movimento studentesco negli anni ‘60 e poi dirigente di Lotta Continua negli anni ’70. Lavora come clinico nell’Ospedale di Maputo, Mozambico dal 1979 e in vari paesi dell’Africa, Medio Oriente e Sud Est Asiatico, come specialista di epidemiologia, gestione dei sistemi informatici per la salute. Contrattato come esperto di sistemi informatici dall’OMS a Ginevra, è ora consulente indipendente per il monitoraggio e la valutazione dei programmi sanitari di vari enti e ministeri di paesi poveri. E’ socio fondatore e poi presidente dal 2016 della Associazione per un Archivio dei movimenti a Genova.
parole chiave: movimento degli studenti, 68, Medicina, Università, operai, fabbriche, 69, Lotta continua,Democrazia proletaria
Il fondo consiste in una cartella contenente una mostra documentaria, frutto dell'attività politica del Collettivo operaio portuale, attivo dai primi anni Settanta tra i lavoratori del porto e di cui Bruno Rossi è stato un esponente di spicco.
Completano il fondo una cartellina con volantini e documenti sullo stesso tema.
Bruno Rossi ha donato ad Archimovi anche un insieme di manifesti, schedati al link https://www.archiviomovimenti.org/public/68mr/IM_Rossi.pdf
Bruno Rossi, nato a Imperia nel 1940, portuale e attivista politico per decenni alla testa delle lotte degli operai del porto. Avanguardia "storica" impegnato anche a tutto tondo nelle lotte sociali e politiche. In quegli anni Rossi è stato delegato sindacale, responsabile e poi dirigente CULMV e dirigente e vicepresidente FILT-CGIL. Rossi è anche stato militante di Rifondazione Comunista.
Colpito dalla tragica vicenda della morte della figlia Martina, precipitata da una finestra per sfuggire a uno stupro durante un viaggio in Spagna con altri compagni studenti. Bruno si è battuto con tutte le sue forze per dieci anni per assicurare i colpevoli alla giustizia, alla fine riuscendoci.
Si trascrive qui l'introduzione ai pannelli della mostra, realizzata da Archimovi nel 2017, sul "Lungo 68" a Palazzo Ducale, dedicati al Collettivo operaio portuale:
COLLETTIVO OPERAIO PORTUALE
«Le lotte sono la materia prima per il prodotto che vogliamo costruire, l’organizzazione operaia
Il Comitato di Agitazione Permanente (1969-1972) nasce da una dozzina di portuali della CULMV, giovani avventizi e alcuni soci usciti dal PCI, in contatto con i collettivi e i gruppi extraparlamentari (Lotta Continua, Lotta Comunista). Il terreno di lotta è l’egualitarismo e l’unità operaia. Lo scopo primo è affrancare gli avventizi nei confronti dei Soci che dominavano corporativamente la Compagnia e l’organizzazione del lavoro: non avevano diritto di voto né certezze sulle giornate di lavoro e di salario che i soci, rappresentati in stragrande maggioranza da PCI e CGIL, si accaparravano con discrezionalità. Sullo sfondo si avvia la trasformazione del lavoro portuale, il rapporto tra investimenti in capitale e lavoro si ribalta e richiede maggiore produttività: cambiano i processi e si riduce la domanda di lavoro, si evoca il porto come azienda. I soci scaricano le contraddizioni e i costi materiali dei cambiamenti sugli avventizi. Il primo volantino del CdA porta il titolo «Ne abbiamo i coglioni pieni». Dirigenti della Compagnia, PCI e sindacato vengono “travolti dalle assemblee”, dagli scioperi, dalle lotte, cresce il consenso per il CdA e si raggiungono i primi obiettivi: nel 70 viene eletto un avventizio nella direzione della CULMV, si ottiene il primo salario garantito che si rafforzerà negli anni. Nel 72 si esaurisce l’esperienza del CdA, nasce il Collettivo operaio portuale (1972-1978). Negli anni, con una serie di successi assembleari e di lotte, il Collettivo contribuisce alla reale sindacalizzazione dei portuali e alla scrittura di regole contrattuali unitarie dove invece vigeva l'arbitrio e la divisione tra i lavoratori: su turni, salario, orario, cottimi, assunzioni. Estende la sua presenza tra i soci, raggiunge la maggioranza dei delegati, entra nei direttivi sindacali locali e nazionali, nel consiglio della CULMV, mentre stringe rapporti con i portuali italiani e europei. Partecipa alle lotte sociali contro la politica economica dei governi, l’inflazione, il carovita, e al confronto politico e ideologico sul “compromesso storico, dopo il colpo di stato in Cile, sulla lotta armata ( con il volantino “Né con lo Stato né con le BR” che provoca una polemica nazionale). Nel 1978 il Collettivo si scioglie, decidendo di entrare nelle “stanze dei bottoni” CULMV e del sindacato per portare avanti dal loro interno la sua visione di autonomia operaia e gli interessi dei lavoratori portuali.
Qui sotto nella CARTELLA BLU l'allegato con la descrizione della mostra completa di foto dei pannelli
Riordinamento e descrizione a cura di Liliana Sanna e Paola De Ferrari
Soggettoconservatore/donatore Carla Sanguineti
Tipo di documentazione: documenti, periodici, libri, rassegna stampa
Ambito geografico: nazionale e generale (Italia, Europa, India,...)
Date: anni Settanta-post 2000
Consistenza 6 faldoni, un pacchetto di libri
N.B: In linea di massima il fondo presentava delle partizioni tematiche, molto sommarie. L'attività di riordino ha cercato di seguire queste suddivisioni, anche se ciò comportava delle sovrapposizioni cronologiche. I fascicoli tematici sono stati integrati, con alcuni spostamenti di documenti, e al loro interno riordinati cronologicamente.
Notizie biografiche su Carla Sanguineti.
Nasce il 24 luglio 1941, Ronco Scrivia, (GE); artista e scrittrice.
Impegnata su temi politici e sociali, dall'ambientalismo al pacifismo, ai diritti civili, al femminismo ecc. ha svolto una lunga attività culturale e artistica, collaborando con diverse università e realizzando convegni, manifestazioni e incontri. Ha promosso la creazione del Centro Donna di Arcola (1997), per il quale ha curato una collana di pubblicazioni (“La ferita e l'arma”). In questo fondo si trovano documenti che più specificamente testimoniano le diverse attività della donatrice, mentre nel fondo Lazagna-Sanguineti si trovano, mescolati a quelli prodotti e raccolti dal marito Pietro Lazagna, altri documenti più direttamente riferiti alla sua attività politica (ambientalismo, ecologia, pacifismo ecc) o di formatrice culturale.
Alcune tra le sue numerose pubblicazioni sono: “Ifigenia e Clitemnestra”, Centro internazionale della grafica, Venezia 1984; “La ferita e l'arma”, Red, Como 1991; “Mary Shelley. Dialogo d'amore”, Giacché, La Spezia 1997; “Figlia dell'amore e della luce”, Sagep, Genova 2000; “Le nostre memorie proibite”, CISU, Roma 2007; “Pasolini ultimo traguardo”, scritto con Pietro Lazagna nel 1970 e riedito nel 2011, e “Come un incantesimo, Mary e Percy Shelley nel Golfo dei Poeti”, KV edizioni, Udine, 2012 (premi Lerici-Pea e Montale fuori di casa).
Riordino e descrizione: Virginia Niri, Paola de Ferrari
parole chiave: femminismo, pacifismo, letteratura, arte
Un faldone e una raccolta di stampe. Anni Settanta. Si tratta per lo più di disegni, usati dal Pdup per illustrare volantini, documenti, riviste e giornali. Molte bozze, ritagli, prove di stampa. Alcuni fascicoli di periodici e documenti.
Carola Ghiara è stata docente di storia moderna, assistente di Claudio Costantini (Università di Genova)
Notizie biografiche in via di acquisizione
Parole chiave: PDUP
Piccolo fondo di libri e opuscoli, donato dal Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale di Casalecchio sul Reno, Bologna, nel novembre 2019.
Soggetto produttore Claudio Costantini (Roma 1933-Genova 2009)estremi cronologici Anni 50-2009
Cenni biografici
Costantini è stato uno storico, per oltre quarant'anni docente all'Università di Genova, attivista politico e sociale. Ha ideato l'enciclopedia Io e gli altri. Come studioso dell'Età moderna ha scritto libri fondamentali sulla Repubblica di Genova, le monarchie assolute e il Seicento ma si è dedicato anche allo studio del Novecento: movimento anarchico, nascita del fascismo, Resistenza. A partire dal 68, fortemente critico con l'istituzione universitaria, ha affiancato il movimento studentesco, promuovendo nuove forme di insegnamento come i "Centri di interesse", il seminario "Comunità e territorio" e le "150 ore". A partire dagli anni Novanta si è mobilitato in vari modi contro il berlusconismo e nel 2001 ha partecipato alle manifestazione del G8 di Genova. E' stato per molte generazioni di studenti un maestro di cultura e di vita.
L'Archivio dei movimenti gli ha dedicato il libro "Claudio Costantini. Storia, politica, insegnamento (1933-2009), ed. Archimovi 2022. Dal libro, attraverso trenta contributi, tra saggi e testimonianze, emerge il ritratto di un intellettuale impegnato e antidogmatico, libertario e intransigente, ironico e rigoroso e al tempo stesso, in controluce, lo spaccato di un'epoca. Il volume raccoglie testi di Giuliano Galletta, Paola De Ferrari, Riccardo Degl' Innocenti, Stefano Costantini, Anna Costantini, Antonio Gibelli, Carlo Bitossi, Manlio Calegari, Marcella Bacigalupi, Piero Fossati, Giacomo Casarino, Giorgio Moroni, Gianfranco Quiligotti, Anna Marsilii, Renzo Ronconi, Francesco Pivetta, Gabriella Paganini, Francesco Surdich, Sergio Dalmasso, Ferdinando Fasce, Carola Frediani, Francesca .Martino, Caterina Mondo, Enrica Origo, Valentina Ottone, Alisia Poggio, Nicolò Scialfa, Silvia Suriano, Carlo Tombola.
Cfr. anche la pagina Wikipedia a lui dedicata, promossa sempre da Archimovi e realizzata da Marina Gariglio https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Costantini
Cfr. la Introduzione all'inventario, http://www.archiviomovimenti.org/fondo.asp?ID=166 in cui si spiega la ricostruzione del Fondo documentario di Costantini, disperso tra molti, che lo hanno donato all'Archivio permettendo di ricostituirlo almeno in parte.
Riordinamento e inventario a cura di Alice D'Albis e Paola De Ferrari.
Premessa all'inventario di Paola De Ferrari
Data e luogo di nascita 15-5-1949 Buenos Aires
Filosofo, scrittore, esperto di comunicazione sociale e di linguaggio.
Un faldone di documenti e cinque di periodici
parole chiave: 68, anni Settanta, movimento degli studenti, studenti medi, maggio francese, internazionalismo, periodici
Fondo donato e riordinato nel 2019
Riordino e schedatura di Virginia Niri
Soggetto Produttore: Centro sociale occupato autonomo Emiliano Zapata Date Anni Settanta – post Duemila Luogo: Internazionale Supporti: Cartaceo Ordinamento : Riordinato Note archivistiche I documenti del Centro sociale occupato autonomo Emiliano Zapata sono pervenuti all’Archivio dei movimenti in vari versamenti, l'ultimo nellestate 2022. In totale più di un centinaio di grosse scatole. Entrambi sono stati riordinati, dopo accurata spolveratura e scarto delle copie multiple. Si è constatato che solo alcuni nuclei di documenti mantenevano una certa affinità o legame archivistico; molti altri non presentavano criteri di organizzazione, né cronologica né per soggetto produttore. I primi due versamenti sono stati integrati, poiché si è constatato che la divisione era stata abbastanza casuale. Il riordinamento ha costituito quindi due grandi partizioni: la Serie documenti e la Serie periodici; a queste si aggiunge la Serie manifesti e locandine. Nella serie Documenti si è poi cercato di ricostruire i nuclei originari, integrandoli con i documenti affini, creando così quattro sottoserie: “Potere operaio, Autonomia operaia e Centri sociali” organizzata in 15 faldoni (I – XV). Una seconda sottoserie denominata “Gruppi politici non-autonomia” comprende 7 faldoni (XVI – XXII), la terza, “Temi ed eventi”, è divisa in 28 faldoni (XXIII – LI). La quarta sottoserie, “Internazionale”, (LII – LXI) raggruppa, divisi per nazioni, pubblicazioni e documenti provenienti da paesi e lingue diversi. Nella Serie periodici sono anche comprese due grosse raccolte, una di Lotta Continua(vedi la schedatura al link sopra ) e una de il manifesto, entrambe non complete. Un altro gruppo di materiali è raccolto in una grande cartella e consiste in una serie di manifesti e locandine di vario formato, in linea di massima prodotti per pubblicizzare le attività politiche e le manifestazioni organizzate dal CSOA Zapata. La sottoserie “Potere operaio, Autonomia operaia e Centri sociali” è ordinata cronologicamente; le altre tre sottoserie in fascicoli tematici, o per ente autore, all’interno dei quali i documenti sono ordinati cronologicamente. In caso di copie multiple, si sono conservate non più di 2 copie uguali dello stesso documento. Il condizionamento ha utilizzato fascette e cartelline di carta acid free, anche i faldoni in cartone telato blu sono rivestiti internamente con carta acid free, mentre le etichette esterne sono state incollate con colla non biologica. Fa parte del Fondo Zapata anche una piccola raccolta di libri. Il riordinamento e la schedatura sono ad opera di Virginia Niri e Paola De Ferrari
L'ultimo versamento risale all'estate 2022. Si tratta di tre faldoni, contenenti sia periodici che documenti. Una parte di questi in lingua spagnola, probabilmente conferiti da Mirella Rimoldi, o dai sui figli Ornella e Chicco Castaldo, dopo la morte della madre nel 1989 all'Havana. CFR. il Fondo Rimoldi in Archimovi. Sono stai schedati ex novo come Zapata secondo versamento, i periodici aggiunti al fondo periodici. Riordinamento e descrizione a cura di Virginia Niri e Maia Queirolo Palmas
Soggetto produttore Elisa Dorso
Consistenza Un faldone supporto cartaceo Tipologia dei materiali : documenti, opuscoli, periodici.
Biografia del soggetto produttore in via di acquisizione.
Temi del fondo: pacifismo, "terzo mondo", diritti dei popoli
Soggetto produttore/conservatore: Elisabetta Carmosino consistenza un faldone Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, volantini, dispense, documenti. Estremi cronologici: 1968 - 1977. Ambito geografico: Genova, Italia.
Nata a Genova il 28-10-1951. Ha frequentato l'Università di Genova Facoltà di Biologia.
Nel fondo si trovano documenti riguardanti le lotte studentesche (Facoltà scientifiche, Medicina, Fisica, Biologia), documenti di Avanguardia Operaia, La Comune, sulle 150 ore sulla nocività negli ambienti di lavoro, bollettini di Medicina Democratica e altro.
Riordinamento e schedatura di Alice D'Albis
Fondo sui movimenti pacifisti, nonviolenza, Centro Ligure documentazione per la pace, G8
Del fondo fa parte una collezione di 57 di manifesti pacifisti
Francesco (Franco) Barchi è un militante del movimento pacifista, attivo in molte manifestazioni ed eventi dell'area, dal Centro ligure documentazione per la pace alle iniziative contro la Mostra navale bellica (anni '80), fino al G8 del 2001. A Sestri Ponente ha costituito un gruppo pacifista, che ha prodotto molti manifesti e giornali murali, di cui è l'autore con grafiche e vignette, che sono presenti nel suo Fondo manifesti.
parole chiave: pacifismo, manifesti, grafica
Raccolta di libri sulla resistenza in Liguria, donati dalla figlia Gabriella Pini.
Francesco Pini (6-4-1920-1990) partigiano insieme ai fratelli Armando Luigi, Virginio, Umberto. Nome di battaglia: ULISSE. (Il fratello Umberto fu ucciso a 15 anni sul ponte del Lagaccio che porta il suo nome il 25-4-1945). Chitarrista classico autodidatta, suonò a Genova insieme a Segovia. Commesso di bordo, militante del PCI sposò Elena Nitulescu, romena.
Soggetto produttore/conservatore: Francesco Pivetta
Data/date (indicativamente, anni o decenni) Anni Settanta-Duemila
Consistenza (n° Faldoni, scatole, altro) 8 faldoni.
Tipo di documentazione e supporti (cartacei, digitali…), in originale o in copia: Cartacei
Luogo o zona geografica prevalente: Genova, Italia
Criteri di ordinamento se presenti: ordinato dalll'autore in fascicoli per soggetti produttori dei documenti e cronologicamente
Enti o altre persone (diverse dal soggetto produttore/conservatore) creatori della documentazione contenuta nel fondo: PDUP, DP, COAG, Azione omosessuale, Tram dei devianti, Comunità San Benedetto al Porto e diverse altre associazioni
Fondo donato nella primavera del 2023
Nella cartella allegata qui in fondo una sintetica cronologia del Movimento di liberazione omosessuale in Italia ( di F. Pivetta)
Biografia
Francesco Pivetta (San Donà di Piave, 1949) è stato docente di filosofia, giornalista e formatore. Si è occupato di temi che riguardano l’adolescenza, la sessualità, la comunicazione, le dipendenze, le violenze, presso diverse Asl, Scuole, Comuni italiani. Ha insegnato presso la Scuola di psicoterapia Psicoanalitica ‘Il Ruolo terapeutico’ di Genova.
È stato attivatore di progetti di educazione alla salute e contro ogni tipo di discriminazione. È direttore della rivista di psicoanalisi ‘Varchi, tracce per la psicoanalisi’ di Genova, e consulente scientifico Agedo (Associazione genitori LGBT+).
Inizia a far politica nel movimento del 68 presso l’Università di Genova facoltà di Filosofia dove si laurea nel 1973 con una tesi in Etnologia.
Nel frattempo opera nel lavoro di quartire del Campasso a Genova ed aderisce nel 1970 al Manifesto. Partecipa ai lavori della rivista ‘Invece’. Lavora nella redazione dell’enciclopedia ‘Io e gli altri’, Ghiron editore.
Si dichiara pubblicamente omosessuale nel 1976 e fonda il gruppo ‘Il tram dei Devianti’ che opera a Genova negli anni settanta- novanta e pubblica la rivista dello stesso nome.
Ha lavorato come giornalista, capocronista e caporedattore presso il quotidiano ‘Il Lavoro’ di Genova dal 1980 al 1984.
L’avvento dell’Aids lo vede vicino alla Comunità di San Benedetto di Genova di don Gallo. Partecipa ai lavori per la riduzione del danno rivolti al mondo della prostituzione e della Tossicodipendenza. E’ stato presidente di Forum Aids Italia negli anni novanta e ha diretto le riviste ‘Forum news’, ‘Informagay’, ‘Pride’, ‘Area di servizio’.
Dal 1996 ha svolto fino ad oggi (2023) attività di formazione e consulenza.
(Riordino: Alice D'Albis, Paola De Ferrari. Descrizione: Paola De Ferrari, 2023)
Fondo sui movimenti pacifisti- nonviolenza
Piccolo fondo donato dagli attivisti del Gruppo di Azione nonviolenta di La Spezia.Documenti post Duemila
Il nome dei membri del GAN nel tempo: Giancarlo Saccani, Luca Giusti,
Pietro Lazagna, Gian Luca Secco, Prospero Mutini,( il periodo più antico).
Carla Sanguineti, Rosaria Lombardi, Giovanni Esposito, Ornella
Ghirlanda, Pierluigi Mele, Felicita Saccani, Cinzia Morelli, Marco
Torracca, Grazia Sbrana, Alfredo Giusti, la pastora valdese Letizia
Tommasone, il pastore battista Herbert Anders, Ennio Tonelli,e altri
membri delle rispettive comunità, Marco Cattaruzza e Paola Viasco. Negli ultimi anni si è unito Giorgio Beretta e si sono invece trasferiti
altrove i pastori evangelici.
parole chiave: pacifismo, nonviolenza,
Documenti donati e riordinati nell'autunno 2019
Soggetto donatore/conservatore Gianni Alioti Consistenza 6 faldoni, tipo di documentazione e supporto: documenti, riviste e periodici, rassegne stampa, appunti manoscritti, tesi di laurea, libri. Date: anni Settanta-post Duemila.
Il fondo era parzialmente ordinato per tematiche; si è seguito e integrato l'ordinamento originale, conservando quando possibile le intitolazioni dei fascicoli e dei subfascicoli. E' diviso in serie Documenti (la maggioranza del fondo) e serie Bibliografica (una piccola raccolta di libri). E' stato donato all'Archivio nel novembre 2019.
Gianni Alioti è stato dirigente sindacale della FIM-CISL e segretario regionale, esperto sui temi della riconversione dell'industria bellica e dell'ecologia. Ha fatto parte di Commissioni e organismi di livello nazionale ed europeo. Nel fondo si trovano illustrati i temi del pacifismo, dell'antimilitarismo, della riconversione dell'industria bellica, della siderurgia, del ciclo sostenibile dei rifiuti, ecc. Si trovano anche documenti sul sindacato di tendenza anarchica USI, sull'Anarchismo, sulla Federazione Anarchica Italiana (FAI) e dei gruppi genovesi aderenti alla FAI.
Riordino di Alice D'Albis, Virginia Niri, Paola De Ferrari. Descrizione di Paola De Ferrari
Raccolta di periodici della sinistra extraparlamentare e non, anni Settanta.
Gianni Martini nato a Genova il 27 luglio 1952. Ha studiato presso l'Istituto Magistrale "R.Lambruschini". Nel 1971, ancora in eta' scolare, inizia all'attività musicalmente professionale con il gruppo genovese Bit-Nik. Nel '72 sarà a Sanremo con i Delirium di Ivano Fossati. Con la Famiglia Ortega accompagnera' il cantante Michele Maisano anche in una tournée negli Stati Uniti. Nel '75 sarà tra i fondatori dell'Assemblea Musicale Teatrale, gruppo che costituirà una delle voci piu' autentiche del "movimento". Dal '75 in poi si occupa prevalentemente di Canzone d'autore, collaborando con Francesco Guccini, Claudio Lolli, Giampiero Alloisio, Giorgio Gaber, di cui sarà il chitarrista per 18 anni. Nelle stagioni '88 - '90 collaborerà con il Teatro Sistina di Roma in un musical con O.Colli, M.Ghini, M.Merlino.... su regia di E.Garinei. Dal 2003 in poi ha coĺlaborato occasionalmente con tantissimi artisti : N. Marcorè, E.Ruggeri, R.Casale, E.Iacchetti, Annalisa, Emma, Luca e Paolo, Arisa, C.Sirianni, C.Pastorino e molti altri. Nel '78 fonda con P.Spinelli e B. Biggi la scuola di Musica "Music Line". L'attività concertistica e didattica è affiancata da collaborazioni con riviste nazionali come " Chitarre". Nel '99 esce il primo testo di un progetto didattico sullo studio della chitarra e dell'improvvisazione. Nel 2018 i musicisti che hanno accompagnato Gaber si riuniscono dando vita al progetto Banda Gaber, per ricordarne e valorizzarne il lavoro.
Riordinamento e descrizione di Virginia Niri
Consistenza: un Faldone- estremi cronologici 2015-2022, con documenti anteriori. Area geografica: Genova, Valpolcevera tipologia del materiale: in genere documenti e volantini stampati al computer, alcuni depliant e programmi a stampa tipografica.
Sono compresi alcuni fascicoli di periodici e un libro.
Documenti del Comitato per lo sviluppo rurale in Valpolcevera, con un subfascicolo sul G8 (2001-2002) e un subfascicolo sulla ricorrenza del G8 nel 2011. Un fascicolo con documenti del Comitato per la pace Rachel Corrie.
Gianni Russotto (Genova, 1940) ha accompagnato il suo fondo con una esauriente autobiografia, aggiornata al 2019. In sintesi, giovane di formazione cattolica, entra in seminario e prende l'abito a 28 anni. Spirito critico, nota le discrepanze tra il verbo della Chiesa Giovannea e l'ambiente ecclesiastico in cui si trova. Sceglie di andare in America Latina, nel 1976, al servizio degli "ultimi", in un paese del Nord del Cile. Dopo anni di servizio e di integrazione nella comunità locale, la vita da prete entra in conflitto con la sua affettività, con scelta molto difficile abbandona il sacerdozio e sposa (1981) una giovane del luogo, da cui ha due figli. Partecipa alle lotte e manifestazioni contro la dittatura, viene varie volte arrestato. Torna poi in Italia, nel 1987 e,con altra scelta difficile, decide di fermarsi, accettando anche un lavoro faticoso. Continua l'impegno politico, e collabora con le organizzazioni che cercano di difendere e ridare vita a territori degradati, a organizzazioni operaie e pacifiste, come documenta il fondo. Da vita al Comitato per la pace Rachel Corrie e partecipa al G8.
Dona i materiali documentari all'archivio nel 2021
Riordinamento e descrizione di Irene Borniotto e Paola De Ferrari
Raccolta della rivista "Quindici"
Soggetto produttore/conservatore: Giorgio De Bernardis Consistenza: due faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea opuscoli, libri, periodici, rassegna stampa. Ambito geografico: Genova
Nota biografica dell'autore del fondo:
Sono nato a Pola il 4 marzo 1951 da famiglia antifascista, mio padre conservava orgogliosamente la prima tessera sindacale del 1920 (Camera del Lavoro di Trieste).
Sono laureato in fisica ed ho insegnato quasi sempre Laboratorio di Fisica e Fisica presso l'ITIS per Chimici di Genova ( denominato dal '76 "Aldo Gastaldi"), ove ho svolto per alcuni periodi il ruolo di vicepreside. In tale istituto, oltre al rapporto con il movimento studentesco, ho svolto un intenso lavoro su esperimenti di laboratorio finalizzati alla didattica della fisica.
Sono stato animatore e allenatore della squadra di rugby dell'istituto dal 1980 al 2011, con un aspetto soprattutto sociale.
Ho partecipato a manifestazioni e lotte del movimento studentesco dal '68 al '71 come uno dei tanti.
Ho militato in Lotta continua dal 1972 al suo scioglimento (1976). Ho continuato a fare politica attiva con il Collettivo del Chimico (Gastaldi) fino al 1982.
Schedatura di Virginia Niri
Fondo Giorgio Guano. Donazione avvenuta nel 2024 attraverso Riccardo Degli Innocenti e un fascicolo da Giorgio Moroni
4 Faldoni e un fascicolo. Riviste, pamphlet, documenti, opuscoli e libri, anni 60- 70. Un fascicolo di documenti della Questura su indagini svolte su Guano e altri militanti della sinistra, di proveninza dall'Archivio di Stato di Genova (parzialmente consultabile). Lingue; italiano, inglese ,francese. Produzione legata agli ambienti rivoluzionari internazionali negli anni prima, durante e dopo il '68,
"GIORGIO GUANO - nato a Genova-Sampierdarena 16/09/1940
Famiglia di operai portuali (padre, nonni, zii)
Sono stato politicamente attivo nel Sindacato e nel PCI (fino all'espulsione nel 1968).
Ho partecipato alla costituzione e alle travagliate vicende di alcuni dei gruppi che animavano in quegli anni la scena politica genovese ( Circolo Rosa Luxemburg, Lega studenti-operai, Ludd).
Nel 1983 mi sono trasferito all'estero (UK, USA, Singapore, Australia), sono rientrato in Italia nel 2001.
Attualmente vivo a Londra."
Riordino e descrizione Paola De Ferrari e Liliana Sanna
Soggetto produttore/conservatore Giorgio Moroni date Anni Settanta - Anni Novanta Consistenza 6 faldoni della serie documenti, 15 faldoni della serie periodici Tipo di documentazione e supporto Opuscoli, documenti, periodici, numeri unici, volantini, appunti e note manoscritte ecc. Ambito geografico Genova, Italia.
Il fondo, provvisto dall'autore di un elenco dettagliato al momento della donazione, è stato riordinato da Virginia Niri cronologicamente separando i documenti (Serie documenti) dai periodici(Serie periodici). Le due serie sono state riordinate, mantenendo i fascicoli originali, se presenti, all'interno dei quali i documenti sono in ordine cronologico. Il faldone VI ("Miscellanea") della Serie documenti contiene documenti di vario tipo, in ordine cronologico, che non erano compresi in fascicoli. Le testate dei periodici sono state raggruppate in ordine alfabetico. Per la biografia dell'autore cfr. il fondo "Manifesti di Giorgio Moroni". Nel 2013 è stato donato una secondo gruppo di documenti, descritto nel Fondo Giorgio Moroni, secondo versamento. In qualche caso, sono presenti rimandi alla documentazione contenuta in questi primi 6 faldoni.
Si tratta di un faldone di documenti, conferito all'Archivio nel corso del 2022.
In linea di massima si tratta di documenti riguardanti la vicenda giudiziaria di Giorgio Moroni e di altri militanti, presenti anche in altra parte del fondo dell'autore.
Riordinamento e descrizione di Maia Queirolo Palmas
Soggetto conservatore Giorgio Moroni Consistenza 9 faldoni Date anni Settanta - Duemila .
Una rassegna stampa, una raccolta libraria
Si tratta di una ulteriore donazione di documenti all'Archivio, effettuata in due riprese nel corso del 2013.
Faldoni numerati dal VII al XV. Il tipo di documentazione è analoga a quella già donata all'Archivio in precedenza e riordinata (cfr. Fondo Giorgio Moroni). E' stata descritta in linea di massima dall'autore stesso con note, che si sono conservate tra parentesi quadre. I periodici sono stati integrati nella raccolta periodici.
Il riordinamento, la descrizione finale, i rimandi con la documentazione contenuta nei faldoni dal I al VI del fondo Moroni sono state curate da Virginia Niri.
Del fondo fa parte una corposa rassegna stampa (cfr. ) e una raccolta di libri che saranno catalogati dalla Biblioteca Berio
Fa parte del secondo versamento del Fondo di Giorgio Moroni. Si tratta di ritagli di periodici e quotidiani, dal 1973 agli anni 80. Per ora, è stata riordinata e descritta una parte, da Andrea Amante, nel corso del suo tirocinio universitario (2014), che comprende ritagli dal 1973 al febbraio 1976.
Scheda in via di acquisizione
Soggetto conservatore/donatore Giovanna Eder Gibelli Tipo di documentazione documenti, volantini, periodici, ritagli stampa ecc. Date Anni Settanta e Ottanta Consistenza: Un faldone, 5 fascicoli
L'autrice è stata attiva fin dall'inizio nella lotta per l'istituzione della scuola materna statale e per la didattica alternativa, militante della CGIL Scuola, promotrice del Coordinamento unitario di base della Scuola materna, insegnante di scuola primaria con impegno decennale nell'alfabetizzazione degli adulti presso la Casa Circondariale di Marassi (genova)
Riordinamento e descrizione di Alice D'Albis
parole chiave: scuola, carcere, educazione degli adulti
Soggetto produttore/conservatore Giovanni Villani Consistenza del fondo 2 faldoni supporto cartaceo. Volantini, periodici e documenti. Raccolta di quotidiani e periodici
Anni 1975-77 e 1991-1994 Area geografica Genova; Europa, URSS.
Giovanni Villani (Genova, 20/08/1955) si occupa di spettacolo e cultura e nel tempo libero di storia del Genoa e del football, di musica e arti. Ama gli animali, in primis i gatti, e ama viaggiare. Negli anni '70 ha svolto attività politica nella sinistra extraparlamentare, partecipando al movimento del 77 e militando nel Collettivo di Lettere nell'Università di Genova.
Nel fondo è presente una significativa raccolta (101 pezzi) di volantini e documenti distribuiti a Balbi, facoltà di Lettere, anni 75/77, che documentano giorno per giorno il movimento e le lotte degli studenti e della componente dei docenti impegnati in una trasformazione politica dell'Università (cfr. il Fondo Costantini).
E' presente anche una raccolta di quotidiani e periodici, 1991-1994, che documentano gli eventi della caduta del regime sovietico in URSS, la stagione di Tangentopoli, le stragi di mafia di Capaci (Falcone) e via d'Amelio (Borsellino).
parole chiave: movimento degli studenti, 77, anni Settanta
Riordinamento e descrizione di Paola De Ferrari
Estate 2022, secondo versamento: ulteriore raccolta di volantini e documenti distribuiti a Balbi, Facoltà di lettere e Lingue, anni 1973-1974
Riordinamento a cura di Virginia Niri e Maia Queirolo Palmas
Raccolta di opuscoli, libri, periodici e documenti. Una scatola, libri a scaffale.
Giuliano Galletta ( Sanremo 10/07/1955) giornalista, scrittore e artista, ha lavorato per Il Corriere mercantile, La Gazzetta del Piemonte e infine per il Secolo XIX di Genova, col quale collabora tutt'ora (2019). Laureato in Filosofia, per alcuni anni ha gestito una attività libraria (Libreria Luccoli a Genova). Fa parte dell'Associazione per un Archivio dei movimenti, per la quale ha curato la mostra "Gli anni del 68" a palazzo Ducale (febbraio 2017) e i due cataloghi omonimi, e la mostra "Il femminismo: utopia?" con il grafico e performer Roberto Rossini (la Storia in piazza, palazzo Ducale, aprile 2019). Con Sandro Ricaldone, critico d'arte e gallerista, ha creato l'associazione "Il museo del caos" e collabora a diverse attività artistiche (Ocrablog, Quarto pianeta ecc.)
Due faldoni contenenti documenti e alcuni libri. Parte dei documenti sono stati raccolti e conservati da Matilde Bricchetti Naria, madre di Giuliano.
Documenti personali e processuali e due libri inediti in bozze donati da Sabina Perego.
Un libro inedito in bozza donato da Rosella Simone
Libri donati da Giorgio Moroni
Riordinamento e descrizione di Liliana Sanna e Paola De Ferrari
Biografia di Giuliano Naria, estratto dal saggio di Giorgio Moroni nel libro "Scritture operaie. L'esperienza genovese 1970-2000" edito da Archimovi 2024
Giuliano era nato il 1 febbraio 1947 a Sestri Ponente da Amelio Naria, operaio della San Giorgio, e da Matilde Bricchetti, operaia dell’Ansaldo, entrambi iscritti al Pci. I genitori gli comprano quando è ancora piccolo l’abbonamento a Il Pioniere. Da ragazzo si iscrive alla Fgci. Il 5 luglio 1967 si diploma come Operatore Chimico presso l’Istituto professionale per l’industria e artigianato Piero Gaslini di Genova-Bolzaneto.
Nel 1967 Aderisce alla Federazione marxista-leninista, che poi diventerà Partito rivoluzionario marxista-leninista; successivamente aderisce per un breve periodo all’Unione dei m-l con sede in via dei Gramsci. Dopo il servizio militare prestato nella Brigata di fanteria Trieste a Bologna, il 21 luglio 1970 viene assunto all’Ansaldo Meccanico Nucleare Spa, con la qualifica calderaio. Alla fine del 1970 entra in Lotta Continua. Fa parte della Commissione operaia ed è responsabile del servizio d’ordine di Sampierdarena assieme a Massimo Selis ed Enzo Masini. Alla fine del 1972 esce da Lotta Continua: si mette in luce il Giuliano provocatorio nei confronti del moralismo dei gruppi e del modo tradizionale di fare politica. Nel 1973 scrive “Contro il lavoro”, documento ciclostilato sull’organizzazione del lavoro in fabbrica, la sinistra sindacale, l’inquadramento unico… Tra il 1973 e il 1974 nasce il Collettivo Operaio dell’Ansaldo, che redige il bollettino ciclostilato “Contro il padrone”. Giuliano Naria partecipa alle occupazioni di via Balbi portando un contributo notevole al dibattito politico con un suo documento sulle 150 ore in cui questa tematica viene demistificata con un’analisi che lascia spazio all’ironia. Giuliano è un anomalo esempio di militante con una salda e profonda coscienza di classe ma con una seconda anima che si alterna in lui, finendo con il prevalere, un’anima radicale che esprime autonegazione del suo essere proletario. All’interno dell’Ansaldo Giuliano Naria incrocia due straordinarie figure di operai “diversi”: Vincenzo Guerrazzi e Sergio Benni. Entrambi sono di generazioni precedenti alla sua e dal 1966 al 1968 hanno partecipato con Gianfranco Faina, il comunista eretico per eccellenza a Genova, all’esperienza radicale del Circolo Rosa Luxemburg. Vincenzo Guerrazzi, la sua passione per la scrittura, e la scelta determinata di scrivere come e in quanto operaio, finirà con l’avere una influenza decisiva sulla formazione di Giuliano, a partire dalla cooperazione nella scrittura, con un contributo a sua firma, del notissimo volume Nord e sud uniti nella lotta nonché nella partecipazione alla Fabbrica dei pazzi. Di questo stesso periodo è la stesura di uno straordinario documento intitolato “Io operaio scrivo su Guerrazzi”, una sorta di poetica della scrittura operaia ritrovata nel fondo conservato dalla moglie Sabina.
Nell’agosto del 1974 Naria partecipa al Seminario di fondazione dell’Autonomia operaia presso la facoltà di Scienze politiche a Padova. Nella primavera del 1975 viene licenziato dall’Ansaldo perché accusato di “aver fatto timbrare da un altro il proprio cartellino di presenza”. Il 22 ottobre 1975 le Brigate Rosse sequestrano il dirigente dell’Ansaldo Vincenzo Casabona: verrà liberato cinque ore dopo nella discarica di rifiuti di Recco, incatenato a un albero. L’8 giugno 1976, le Brigate Rosse uccidono in Santa Brigida (una traversa in salita da via Balbi) il giudice Francesco Coco e i suoi agenti di scorta Giovanni Saponara e Antioco Deiana. Due giorni dopo, il 10 giugno 1976, compare nel Corriere Mercantile un articolo dal titolo: “Ecco il volto della belva che ha compiuto il massacro” e accanto una grande foto di Giuliano Naria. Il 27 luglio 1976 Giuliano Naria viene arrestato a Gaby, Pont S. Martin di Aosta, vicino a Saint-Vincent, assieme a Rosella Simone. Al momento dell’arresto è in possesso di una rivoltella, una Colt Detective 38 Special, che non prova nemmeno a usare (verrà condannato per il possesso dell’arma a due anni e due mesi, ridotti a due e condonati in appello). Non si dichiara prigioniero politico, dissociandosi nei fatti dal costume BR. Verrà imputato dell’omicidio del giudice Francesco Coco perché somigliante all'identikit di uno degli attentatori. Rimarrà in prigione per 9 anni e 16 giorni. Negherà sempre ogni responsabilità ma rifiuterà ogni tipo di collaborazione con i giudici. Si farà per intero il “circuito dei camosci”, la rete di carceri speciali di massima sicurezza sparsi per l’Italia. Gli verranno indirizzati altri addebiti giudiziari, a ripetizione. Parteciperà compiutamente al dibattito interno, e attivamente alle rivolte, subendone le conseguenze anche fisiche, senza mai dichiarare o mostrare alcuna appartenenza alle formazioni combattenti.
Nel febbraio 1978 viene pubblicato dal Collettivo editoriale Librirossi il quarto numero de i Quaderni d’informazione politica dedicato al Caso Coco – Processo a Giuliano Naria. L’opuscolo è stato curato dalla sezione Genova della Lega italiana dei diritti dell’uomo.
Nel Febbraio 1980 esce il suo primo libro, scritto in collaborazione con Rosella Simone: L’ORTO DELLE FIABE, Edizioni Senza Galere.
Nel marzo del1980 viene pubblicato il libro L’ultimo processo (Milano Libri edizioni), a cura di Ida Farè e con prefazione di Giorgio Bocca. Si tratta di una controinchiesta in difesa di Naria; i materiali sono stati raccolti da Riccardo Degl’Innocenti, Ambra Caruso e Rosella Simone.
Tra il maggio e il giugno 1980 si costituisce, su impulso di Sergio Spazzali, il Comitato Giuliano Naria.
Nell’ottobre 1980 Naria viene trasferito da Palmi a Trani. Nel dicembre del 1980 partecipa alla rivolta nel carcere di Trani, cui seguirà l’incredibile condanna alla pena di 17,5 anni: lo accusa un agente che in istruttoria dichiara di averlo riconosciuto dalla voce poiché durante la sommossa l’imputato era sempre stato con il volto coperto da un passamontagna, salvo dichiarare in dibattimento di averlo visto a capo scoperto.
Il 19 marzo 1981 partecipa con una lettera/intervento al convegno genovese “Dieci anni di dibattito nella sinistra”.
Il 25 luglio 1983 arriva, da parte della Prima Corte d’Assise di Torino, la prima assoluzione per insufficienza di prove in relazione all’omicidio del giudice Coco e della sua scorta.
Nel novembre 1984 l’ufficio istruzione del Tribunale di Genova lo proscioglie per insufficienza di prove dall’accusa di avere sequestrato l’Ing. Vincenzo Casabona. Lo aveva accusato “de relato” il pentito Carlo Bozzo.
E’ del 13 aprile 1985 la seconda assoluzione con formula ampia, per l’omicidio Coco, da parte della seconda Corte d’Assise e di appello del Tribunale di Torino.
Il 2 giugno 1985, su l’Espresso Alessandro Galante Garrone commenta, citandone letteralmente alcune parti, l’ordinanza della sezione istruttoria della Corte d’appello di Roma che ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari per Giuliano Naria.
Il 10 luglio 1985 la Corte d’Appello di Bari, competente per il ricorso contro la sentenza del Tribunale di Trani che ha condannato GN a 17 anni e mezzo per la rivolta nel supercarcere di Trani del 1980, concede a Giuliano Naria gli arresti domiciliari. Decisive sono state le pressioni del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, dell'allora ministro di Grazia e giustizia Mino Martinazzoli e di altri duecento parlamentari di tutti gli schieramenti. Da anni Naria è ammalato di anoressia mentale, con forte deperimento organico, da un anno a letto nei repartini detenuti delle Molinette di Torino prima e poi di Parma e nuovamente Torino.
Il 13 luglio raggiunge Garlenda dove vivrà con la compagna Rosella Simone; ci rimarranno 3 anni. A Garlenda vanno a vivere anche i genitori entrambi in pensione. Scrive Rosella Simone nell’introduzione alla nuova edizione (2014) de La Casa del nulla: “Lui era diventato un grumo di nervi e una mente addestrata a dominare corpo ed emozioni. E dopo nove anni di galera aveva una sola idea: vivere”. Al termine dei domiciliari, dopo tre anni, si trasferiscono a Milano.
Nell’ Ottobre del 1985, esce il suo secondo volume: I GIARDINI DI ATREBIL Fiabe, quasi fiabe, sogni, racconti – Manifesto libri. Introduzione di Clara Gallini.
Nella quarta di copertina annuncia di aver terminato un romanzo, Quanto resta della notte, che non è mai stato pubblicato, si tratta del primo dei suoi inediti.
Nel novembre del 1985 arriva l’assoluzione della Corte d’Appello di Bari per la rivolta di Trani. Giuliano dichiara a La Repubblica: “questa notizia mi rende giustizia e ha l’effetto di un potente farmaco”.
Nel maggio del 1988 esce LA CASA DEL NULLA (di Giuliano Naria e Rosella Simone), Tullio Pironti editore, che verrà ripubblicato nel 2014 da Milieu edizioni con una nuova introduzione di Rosella Simone. Tra il 1988 e il 1990 scrive assieme a Vincenzo Guerrazzi La voglia gelida, un romanzo rimasto a tutt’oggi inedito. Nella presentazione di quest’ultimo lavoro, che si presenta come pronto per la stampa, annuncia di aver pubblicato per Sensibili alle foglie il romanzo Il condor e il toro, un romanzo che tuttavia non risulta sia stato mai scritto e che non vedrà mai la luce.
Nel 1989 conosce a Milano Sabina Perego, sua futura compagna e moglie. Comincia a scrivere come giornalista finanziario per Milano Finanza e altri periodici con lo pseudonimo di Giuliano Bravo.
Nel marzo del1991 viene pubblicato IN ATTESA DI REATO, Spirali/Vel Milano , uno dei suoi libri migliori…
Nel marzo del 1992 compare tra i redattori della rivista QUETZAL. Per la liberazione dell’America Latina in un appello contro licenziamenti selvaggi all’Alfa di Arese. Diventa amico di Cesare Cavalleri, giornalista (di Avvenire) ed editore cattolico, studioso di Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore de l’Opus Dei. Il 18 maggio 1993 esce su Avvenire l’articolo di Giuliano Naria “Il pueblo della miseria. Ai bordi della capitale l’esempio di una parrocchia-favela autogestita.” con intervista al missionario comboniano padre Fernando Madaschi.
Nel gennaio del 1994 esce la prima edizione del volume SENDERO LUMINOSO – PERU’: TRA L’UTOPIA SOCIALE E L’EGEMONIA DEL SAMURAI Tullio Pironti editore.
Nel 1995 Giuliano Naria si ammala: gli viene diagnosticato un tumore alla bocca che richiede più operazioni alla gola; a Genova è assistito da Sergio Adamoli. In preda a dolori fortissimi, sotto morfina, negli ultimi anni dà sfogo ulteriore alla sua immaginazione e moltiplica le sua attività dedicate alla scrittura, nelle quali riemerge potente il passato militante e carcerario.
Tra il 1995 e il 1997 progetta -o riprogetta- due romanzi: Il Condor e il Toro – Perù: Una repubblica senza cittadini e Hotel Asinara. Del primo, che Naria in una lettera a Riccardo Degl’Innocenti descrive come “un reportage sul Perù di oggi devastato da una terribile guerra eppure ancora vivo, ricco di cultura e umanità”, sono rimasti solo i titoli dei nove capitoli. Del secondo, in altra lettera a Degl’Innocenti, Naria esprime la sua volontà di raccontare l’epopea della rivolta “senza menate ideologiche”. Negli stessi anni conclude la stesura di Lunga primavera (con la dedica “a Riccardo”), un intenso e potente romanzo dalla struttura alquanto articolata, cui non risulta abbia mai accennato nella sua corrispondenza conosciuta. In questa importante opera, riemersa recentemente e anch’essa ad oggi inedita, Giuliano Naria ritorna su alcuni temi che gli sono cari oltre che familiari, quelli della militanza radicale ed estrema degli anni Settanta in Italia.
Il 21 maggio 1997, ormai in imminente pericolo di morte, sposa in ospedale Sabina Perego (nel 1993 c’era stato il divorzio consensuale da Rosella Simone).
Il 27 giugno 1997 muore, assistito dai genitori e dalla moglie Sabina. Era ricoverato all’ottavo piano dell’Istituto italiano Tumori (Milano)..
Nel settembre 1997 esce, postumo, I DURI, Storie, volti, voci del popolo della “mala”, Baldini Castoldi. L’opera è un “omaggio alla cultura dei good fellas (….) prima dell’avvento della legislazione premiale”, scrive Andrea Colombo nella recensione de la Talpa del Manifesto (2 ottobre 1997). Il libro è tuttavia la riproposizione, con qualche taglio, un diverso assemblaggio e alcune modifiche nei nomi, del precedente La casa del nulla, giù uscito nel 1988 a firma di Giuliano Naria e di Rosella Simone.
L’11 marzo 2003 si inaugura a Sestri Ponente, presso la Palazzina Fieschi in via Sestri, una mostra dedicata a Giuliano Naria, organizzata dalla Circoscrizione del Ponente, dall’Associazione Radici con le Ali e dal Comune di Genova. La mostra è inaugurata da Don Andrea Gallo.
4 faldoni di documenti attinenti alla attività sindacale e politica di Giuseppe "Pino" Roggerone, operaio dell'Italsider di Genova, stabilimento Oscar Sinigaglia, attivo dagli anni 60 fino al pensionamento. Fu eletto nella Commissione interna, poi nel Consiglio di fabbrica e nel direttivo dello stesso. La documentazione è in massima parte sindacale, relativa alla gestione e alle trattative su salari e condizioni di lavoro, e alle vertenze dei metalmeccanici e dello stabilimento, con presenza di documenti come il periodico dell'Italsider, dei sindacati CGIL, CISL, Uil, di partiti (PCI, PSIUP, PSI e altri), di alcuni documenti della sinistra extraparlamentare (redazione genovese di Classe operaia, Lotta continua, Unione dei comunisti (M-L) e altri degli anni 60-70). E' presente il numero del luglio-agosto 1961 di "Democrazia diretta". E' presente una raccolta, non completa di statini buste paga dagli anni 60-70.
parole chiave: lavoro, operai, sindacati, Italsider
Soggetto produttore/conservatore Goffredo Riccelli (Corigliano Calabro, 1941)
Data/date anni ‘60-‘90
Consistenza 6 faldoni, una cartella, un pacco di manifesti
Tipo di documentazione e supporto volantini, documenti, opuscoli, manifesti ecc. Originali. Supporto cartaceo. Ordinati cronologicamente e schedati dall’autore.
Ambito geografico Genova, Italia.
Goffredo Riccelli lavora in ferrovia dal 1962 al 1991 come impiegato amministrativo. E’ attivo nel Movimento Federalista Europeo (1959-1961), nel PCI (fino al 1969), in Potere Operaio (fono al 1972) e in Democrazia Proletaria (fino al 1977). Dal 1962 è iscritto alla CGIL ed è stato delegato in ferrovia. Attivo organizzatore di mostre documentarie per la CGIL (tra le altre “Lavoro manuale dipendente” 2001, con 100 fotografie di Donatella Picone, e “30 giugno 1960”, 2010, esposta a Genova e a Reggio Emilia), è anche autore di un libro di poesia (“Parole domestiche”, 2003). I documenti che ha raccolto nel sul Fondo testimoniano, oltre che l’attività politica dell’autore, anche la presenza e le tematiche di moltissimi altri gruppi e partiti e sindacati nell’ambito locale e nazionale, sono quindi una fonte notevole per la ricostruzione storica.
Due faldoni
Soggetto produttore/conservatore Chiara Corte
Anni: 1984-1993. Tipo di documetazione: Riviste, volantini, manoscritti, fotografie
Luogo prevalente Genova.
Enti o altre persone creatori della documentazione: Carlo Schenone, AGESCI, Ora di silenzio per la pace
Contenuto: Esperienze di gruppi scout, contestazione alla Mostra Navale bellica, democrazia e partecipazione, azioni comuni per la città, insegnanti.
Fondo donato nel 2024. Riordinamento e descrizione di Liliana Sanna e Paola De Ferrari
Soggetto produttore Laura Testoni
Estremi cronologici 1987-2001
Cenni biografici: “Negli anni dell’università, come molti, ho partecipato attivamente ai movimenti cittadini fino al G8 di Genova 2001. ho vissuto per un certo periodo a Milano per lavoro (1992-1998). Sono stata membro del Consiglio Nazionale dell’ARCI (2000-2007?).
Del fondo fanno parte anche alcuni manifesti.
Soggetto produttore: Lega Italiana per l'Istituzione del divorzio (LID)
Soggetti conservatori: Maria Maira Niri, Carla Caselgrandi
Tipo di documentazione: documenti, carteggi, telegrammi, rassegna stampa, timbri, opuscoli ecc.
Estremi cronologici: 1964-1974 Ambito geografico Italia.
Le due conservatrici, attiviste della LID all'epoca, hanno donato i materiali, di notevole interesse storico, che documentano l'attività della Sezione genovese della LID sia nella battaglia per l'introduzione della legge sul divorzio (Legge Fortuna- Baslini, dicembre 1970) che in quella successiva sul referendum per l'abrogazione del divorzio (1974). La LID fu fondata nel 1966, i suoi membri in gran parte erano radicali e socialisti, con partecipazione dello PSIUP e qualche aderente al PCI, tra cui Luciana Castellina. Storia della LID su Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Divorzio_(ordinamento_civile_italiano)#Nel_secondo_dopoguerra
Il fondo è stato riordinato e descritto da Virginia Niri
Consistenza: 5 classificatori di periodici, due faldoni di documenti, alcune monografie (opuscoli). Anni Settanta-Duemila. Versati in due riprese, assemblati in fase di riordino
Luciana Brunod
Genova il 15/07/1949, vissuta sempre a Genova. Con le parole dell'autrice:
"Aprile 1969, a 19 anni, entro alla SO.GE.ME, una delle prime società esterne a offrire servizio mensa nelle grandi fabbriche e realtà lavorative. Mensa del C.M.I. (Costruzioni Meccaniche Industriali di Rivarolo) Oggi Ansaldo. Assisto alle lotte sindacali del 69. Cerco di capire, mi riguarda. Mi sindacalizzo e mi iscrivo alla CGIL e nel 1970 anche al PC. Vengo trasferita continuamente in altre mense gestite dalla SOGEME. Lo scontro con il responsabile del personale si fa duro per ottenere orari e condizioni di salute e lavoro migliori per noi donne, ma lo spezzettamento delle colleghe rende difficile costruire una lotta. Alla fine del 1970 rompo e mi licenzio. Dopo un mese vengo assunta come operaia alla catena di montaggio al Tubettificio Ligure (Gruppo EFIM- produzione di alluminio primario e secondario di Stato) di Ponte X, dove resto per 10 anni. Fabbrica con personale al 73% femminile, ma con un Consiglio di fabbrica di delegati maschi e una sola donna. Anni di lotte per costruire una rappresentanza delle donne che prendessero parola per realizzare un cambio dell’organizzazione del lavoro che consentisse anche a loro un percorso professionale e di tutela della salute. La Medicina del Lavoro di San Martino entra finalmente in fabbrica e le operaie imparano a gestire gli strumenti di controllo e sicurezza su salute-ambiente. Arrivano le 150 ore, riprendo gli studi dopo l’orario di lavoro, incontro delegate e lavoratrici di altre aziende metalmeccaniche e anche gruppi femministi. Nasce il femminismo sindacale e costruiamo il Coordinamento Donne FLM. (rimando alla documentazione contenuta nel fondo del Coordinamento Donne FLM).
Dopo 10 anni di Tubettificio e a seguito della crisi della EFIM nel 1980 faccio domanda e vengo assunta all’Ansaldo come impiegata. Nel 2009 si costruisce il gruppo Generazioni di Donne di cui fanno parte ex lavoratrici metalmeccaniche e nuove donne. Continuo con loro la mia attività culturale e politica ( 13 giugno 2012 in Biblioteca Berio presentazione di "I libri di quegli anni" e maggio 2016 nasce il libro Generazioni di Donne” su questa esperienza, edito da Archimovi ). Resto in Ansaldo fino a quando per una ennesima crisi di ristrutturazione industriale mi ritrovo in Cassa integrazione, fino al raggiungimento della pensione. Ancora oggi faccio parte della associazione femminista di Rete Di Donne Per La Politica ma anche dal 2016 nel movimento transfemminista Non Una Di Meno."
Fondo Coordinamento donne FLM http://www.archiviomovimenti.org/fondodescrizione.asp?ID=47
Faldone XX. Subfondo Luciana Brunod. 1976 – 1982 e s. d.
nn. 604 – 640 Tre fascicoli con una lista di descrizione dei documenti
Faldone XXI. Subfondo Luciana Brunod. 150 ore delle donne a Genova, 1976 – 1985
Nn 684 – 715 Otto fascicoli con una lista di descrizione dei documenti
Luciano Macciò (Genova, 4/7/1948- settembre 2018), operaio metalmeccanico.
Nel fondo sono conservati documenti di vari gruppi della sinistra extraparlamentare , Scuola, Università, lotte politiche (anni Settanta), sia documenti sindacali, in particolare dalla Terza componente della CGIL (anni Ottanta).
Manifesti manoscritti (tatzebao) ritrovati casualmente durante il trasloco della sede della facoltà di Scienze Politiche e fatti pervenire all'Archivio dai proff. Marina Milan e Adriano Giovannelli. Completano il fondo una cartellina originale contenente 18 documenti, in genere volantini, di varie sigle politiche (dal PCI a Lotta Comunista a Comunione e liberazione al gruppo Movimento studentesco e altri), distribuiti tra il 1973 e il 1974. Nella cartellina ci sono anche tre disegni originali, uno firmato Apo/73) e un libro sulla storia della facoltà di Scienze Politiche
Già presidente di Legambiente Liguria ed esponente del movimento ecologista nazionale
parole chiave: ecologia, legambiente, sinistra extraparlamentare
(scheda biografica in via di acquisiszione)
Periodici diversi donati da Marco Seveso, già presidente di Legambiente Liguria ed esponente del movimento ecologista nazionale
Soggetto produttore/conservatore: Maria Teresa Tuccio. Consistenza: una cartella contenente 44 documenti Tipo di documentazione e supporto: volantini, opuscoli,appunti manoscritti ecc. supporto cartaceo. Ordinato cronologicamente Ambito geografico: Genova Schedatura di Maria Teresa Tuccio Maria Teresa Tuccio, Genova 1945, docente dell'Istituto di Fisica, partecipa attivamente al movimento del '68, alle occupazioni e alle manifestazioni. Questo fondo raccoglie documenti di questa fase di attività politica, fino al 1973.Dopo la laurea nel 1971 si allontana da Genova per ragioni di studio, diminuiscono pertanto i documenti raccolti. In seguito partecipa al movimento femminista e al Coordinamento donne FLM (i documenti di questo periodo sono nell'archivio femminista genovese "Archinaute").
parole chiave: movimento degli studenti, 68, Fisica, Università
La professoressa Marina Milan, già docente di storia del giornalismo all'Università di Genova, ha donato una collezione di riviste femministe, di cui fanno parte Memoria e DWF
Curriculum vitae
https://cpc-prod.csita.unige.it/output_cv/V0JCXFk%253D/cv_it.pdf
Soggetto conservatore/donatore Mauro Ceccarelli
Tipo di documentazione: Documenti, periodici anche in edizione facsimile Date: Anni Settanta-Ottanta Ambito geografico: Italia
Primo versamento
Descrizione di Alice D'Albis
Il fondo documentario, donato dalla moglie di Guatelli Rita Grasso e dalla figlia Chiara, è diviso in Sezione periodici e Sezione documenti e opuscoli (4 faldoni)
Notizie biografiche. Mauro Guatelli è nato nel 1949 a Genova Cornigliano. Insieme ad altri giovani del movimento studentesco di idee libertarie costituisce all’inizio degli anni ‘70 il gruppo anarchico Kronstadt. Alla fine di quell’esperienza, conclusasi per l’insofferenza nei confronti dell’immobilismo politico e del conservatorismo ideologico del vecchio movimento anarchico, alcuni dei fuoriusciti costituiscono l’Organizzazione dei Comunisti Libertari (OCL), mentre Mauro –allora studente di chimica all’Università, costituisce il Collettivo Anarchico delle facoltà scientifiche. Ne esce alla fine del 1973
in seguito ad un avvicinamento progressivo al marxismo, che negli anni
diventa oggetto di uno studio rigoroso. Tra il 1973 e il 1975 è attivo nel
Comitato di Agitazione di Balbi. Negli anni successivi nasce il suo rapporto con la CCI (Corrente Comunista Internazionale). Nel maggio del 1979 è tra gli arrestati del blitz dei Carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa, a seguito del quale trascorrerà oltre un anno in galera. Questa vicenda giudiziaria, nonostante la prima assoluzione del giugno 1980, durerà 14 anni, fino alla definitiva assoluzione a seguito della ritrattazione dei testimoni d’accusa il 7 aprile 1993 (tuttavia Mauro riconquisterà il suo posto di insegnante che aveva perso a seguito di questa vicenda giudiziaria solo nel 1998, poco prima della sua scomparsa).
Nel 1991 è tra i fondatori del Circolo Ombre Rosse, mentre a partire dallo stesso anno inizia la sua collaborazione con Rivoluzione Internazionale, la rivista della CCI. Muore a Genova nel 1998.
L’Archivio Storico e Centro di Documentazione “Mauro Guatelli” pubblica nel 2001 nella Collana NO di AltraStoria un volume con una selezione dei suoi Scritti Politici (1981-1998).
parole chiave: anarchia, anticapitalismo, repressione, Brigate Rosse, processi, comunismo
Michele Mormino (24/10/1948)
una raccolta della rivista Contropiano, completa, 1968-1971
Soggetti produttori/conservatori: Mirella Rimoldi e Ornella Castaldo Consistenza: tre faldoni Tipo di documentazione e supporto: documenti in originale e copia, libri e bozze di libri, poesie, periodici, manifesti e locandine, opuscoli. Ordinato cronologicamente e in parte tematicamente (ordine originario parziale). Descrizione di Virginia Niri Ambito geografico: Genova, America Latina (Nicaragua, Cuba) Mirella Rimoldi, (Bergamo 1931-Havana 1989), dopo una attività nella sinistra storica, partecipa negli anni ’60 a Genova ai movimenti culturali innovativi, specie in ambito artistico. Negli anni ’70 è attiva nel movimento femminista e nei movimenti antagonisti e contro la repressione, e nelle organizzazioni per la solidarietà con la rivoluzione sandinista in Nicaragua, (vedi le fotografie dell'autrice nella sezione Album) a Cuba e nei paesi dell’America Latina. E’ attenta e sensibile ai temi della poesia e della creatività: traduce e pubblica scritti e poesie di donne nicaraguesi, lavora in gruppi di poesia femminile e femminista. Muore in un incidente aereo all’Havana nel 1989. Il fondo documentario è stato raccolto e donato dalla figlia Ornella Castaldo.
Nel Fondo Zapata si trovano periodici raccolti dall'autrice in America Latina e confluiti in quell'archivio attraverso Centri di documentazione precedenti.
parole chiave: femminismo, anticapitalismo, America Latina, Nicaragua
Versato all'Archivio nel 2022. Due faldoni. Si tratta del materiale riguardante i processi e le vicende giudiziarie di Giorgio Moroni e alcuni compagni, anni '80, difesi dall'avvocato Cesare Manzitti. I documenti, in copia, riguardano l'attività difensiva di Manzitti o l'attività inquisitoria delle pubbliche Autorità.
Descrizione di Maia Queirolo Palmas
Soggetto conservatore: Biblioteca dell'Istituto di Fisica, Genova Consistenza: 6 faldoni. Date: Anni '60 - '80 Tipo di documentazione e supporto: documenti, opuscoli, locandine, periodici, appunti. Alcune fotografie. Supporto cartaceo. Ambito geografico: Genova Schedatura curata da Maria Teresa Tuccio e Renato Spadacini. Il fondo contiene i documenti, raccolti nell'arco di quasi vent'anni da Lorenzo Fenzi, bibliotecario dell'Istituto di Fisica, specie quelli lasciati nella biblioteca, dove erano riposti in uno scatolone in ordine sparso. Riguardano la nascita del movimento studentesco a Genova, in particolare a Fisica e nelle Facoltà scientifiche, con documenti anche di ambito cittadino e nazionale. Alcuni sono prodotti da gruppi politici, in particolare Lotta comunista, e dalle organizzazioni universitarie Ugi e Unuri pre-sessantotto. Altri documenti riguardano attività politiche legate degli anni Settanta e i primi Ottanta. Il fondo è stato dedicato a Franco Carlini, allora anche lui studente di Fisica e uno dei protagonisti del '68, anche perché certi scritti, specie appunti manoscritti o bozze, sono riconosciuti e attribuiti alla sua mano. Maria Teresa Tuccio e Renato Spadacini hanno provveduto a una schedatura dei documenti, basandosi anche sulla propria memoria degli eventi.
parole chiave: movimento degli studenti, 68, Fisica, Università
Fondo sui movimenti pacifisti
Soggetto conservatore/donatore Norma Bertullacelli Consistenza 3 faldoni Ordinamento I documenti si trovavano parzialmente raggruppati per tematiche. Nel riordinamento si sono mantenute le divisioni originali, quando presenti, integrandole con i documenti sciolti. L'abbondante rassegna stampa è stata divisa egualmente nei fascicoli tematici. Periodo Anni Settanta-post Duemila. Ambito geografico Nazionale, Internazionale
Fondo donato nel settembre e ottobre 2019
Notizie biografiche:
Nata a Genova il 14 dicembre 1952.
Conseguito nel 1970 il diploma magistrale, ed ha iniziato subito ad insegnare nella scuola elementare, vincendo il concorso dopo un precariato molto breve.
Ha militato in diversi gruppi; i più significativi sono stati l’Unione Inquilini, il Movimento Nonviolento, il Comitato Contro la mostra navale Bellica, il Centro Ligure di Documentazione per la pace, la Rete Controg8 per la globalizzazione dei diritti. Inoltre in successione: Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria e Rifondazione Comunista di cui è tesserata.
Sposata con Luigi Valente ed ha un figlio, Dario Valente, che esercita la professione di avvocato.
Da pochi anni è in pensione e svolge attività di volontariato come insegnante di italiano per gli stranieri.
parole chiave: pacifismo, nonviolenza, antimilitarismo, obiezione di coscienza al servizio militare e alle spese militari
Riordino e descrizione a cura di Alice D'Albis, Paola De Ferrari, Francesca Dagnino
Soggetto produttore e conservatore: Orietta Zerega
Nata a Genova il 23 novembre 1946
Residente ad Allein frazione Le Martinet n. 6 provincia di Aosta.
Professione insegnante .
Insegnante di ruolo di filosofia e storia al Liceo classico di Aosta dal set. 1998 al settembre 2012.
Attualmente pensionata.
Una cartella contenente 5 opuscoli. Secondo versamento 2021, altri 8 opuscoli.
Riordinamento e descrizione del primo versamento di Flavia Gattiglia, del secondo Paola De Ferrari
Soggetto produttore/conservatore Paola Oreste
Nata a Genova il 16/09/1950;
medico specialista in Medicina del Lavoro. Attività professionale nei Servizi pubblici di Prevenzione e Tutela della Salute dei Lavoratori istituiti ai sensi della Riforma Sanitaria, in Liguria e in Toscana.
Partecipazione ad associazioni e società scientifiche in materia di prevenzione e promozione della salute dagli anni ''70 ad oggi:
Collettivo di Medicina, Medicina Democratica, Coordinamento Operatori Prevenzione, SNOP (Società Nazionale Operatori Prevenzione), SItI (Società Italiana degli Igienisti), Ambiente e Lavoro.
Una cartella contenente diversi bollettini dei di Comitati degli studenti di Medicina, e periodici sulla Medicina al servizio delle masse popolari, Medicina popolare, 1971 - 1978
Riordinamento e descrizione di Flavia Gattiglia
Soggetto produttore/conservatore: Paolo Arado ( 25/4/1952) -Militante Autonomia operaia fino ai primi anni 80, Movimento Cobas fine anni 90, No Global 1998-2006, 2005-2012 Comitato popolare di lotta Bussaleno.
Consistenza: tre faldoni Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, documenti e periodici Ambito geografico: Genova, Europa. Date Anni Settanta/Ottanta
Soggetto profuttore/conservatore: Piero Berti Date: 1971-1975 e senza data
Il fondo è composto da vignette, spesso autografe, del donatore, a firma “Apolide” o “Apo”
Notizie biografiche:
Piero (Pietro) Berti
Nato il 10-8-1948. Anni 67-68 militante PCI-Fgci. Successivamente nei GCR (Gruppi comunisti rivoluzionari) di Genova. Breve rientro nel PCI, ora “cane sciolto”. Sposato con Rita Assandri del Comitato di Base di Magistero, poi maestra e dirigente del Sindacato Scuola CGIL.
A 16 anni navigante,dalla fine degli anni '60 fino al '71 circa operaio al Tubettificio Ligure. Successivamente “camalletto” alla Cooperativa Facchinaggi Maranisci e Nello di Sampierdarena. Nel '76 entrato in Comune negli spazzini (N.U.). Con la nascita delle Municipalizzate passa al Museo di Storia Naturale G. Doria, fino al 2006 (pensione).
parole chiave: grafica, movimento studenti, anticapitalismo, repressione, Balbi
Soggetto produttore/conservatore Piermario Villa Consistenza del fondo 11 faldoni tipo di materiale e supporto documenti, periodici, appunti ecc. Documenti prodotti da amministrazioni pubbliche (in copia). Rassegne stampa. Date 1984-post 2000 Luoghi o zone geografiche Genova, Liguria, Europa (Spagna)
Fondo donato nel maggio 2019.
Piero Villa (Genova, 6/9/1950), dal 1972 al 1984 partecipa a diverse associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Legambiente) nelle quali ricopre ruoli direttivi locali e nazionali. Collabora con altre associazioni e riviste di movimento. Nel 1984 è tra i fondatori dei Verdi in Italia.
1985-1988 Eletto in consiglio regionale Liguria per i Verdi, neglistessi anni fa parte di organismi direttivi nazionali del movimento. Incaricato di organizzare a Firenze una convenzione internazionale dei Verdi Europei.
1989 Candidato per i Verdi al parlamento europeo, non eletto. Assume un incarico direttivo dei Verdi europei presso il Gruppo parlamentare di Strasburgo.
1990 Eletto per i Verdi al Consiglio comunale di Genova, nominato capogruppo dal 1990 al 1993.
1993 Nominato assessore all'urbanistica al Comune di Genova.
1993 Rieletto al Consiglio comunale, lascia la carica perché nominato Assessore all'Ambiente e Qualità Urbana del Comune di Genova (Giunta Sansa), incarico ricoperto fino al 1997. Non ricandidato.
Dal 1998 si occupa prevalentemente di associazioni per la protezione degli animali.
parole chiave: ambientalismo, Comune di Genova
Riordinamento e descrizione da Paola De Ferrari e Alice D'Albis
Soggetto conservatore Pietro e Luigi Acquilino consistenza 7 faldoni di documenti, e una raccolta periodici date anni Settanta - Novanta. Bollettini e periodici a partire dagli anni Cinquanta. Ambito geografico Italia, Europa, America.
Il fondo fu donato da Pietro Aquilino, esponente politico dei gruppi e movimenti considerati, raccoglitore e conservatore della documentazione insieme al fratello Luigi (Gigi). Aquilino ha redatto anche una nota storica sul movimento trozkista a Genova (cfr. allegato)
Il riordinamento e la descrizione sono state curate da Virginia Niri
È stata mantenuta la divisione per soggetto produttore ( per sigle) effettuata dal donatore, unendo i fascicoli recanti le stesse intestazioni e ordinando quindi i documenti con criterio cronologico. Sono così presenti quattro sezioni:
Sigle:
GCR: Gruppo Comunista Rivoluzionario
LOR: Lega Operaia Rivoluzionaria
LCR: Lega Comunista Rivoluzionaria
LSR: Lega Socialista Rivoluzionaria
GBL: Gruppo Bolscevico-Leninista
DP: Democrazia Proletaria
siQI: sezione italiana Quarta Internazionale
Soggetti conservatori e donatori: Pietro Lazagna e Carla Sanguineti Tipo di documentazione: di ogni tipo, dalla corrispondenza manoscritta agli appunti, ai documenti dattiloscritti, ciclostilati e stampati, alle videocassette VHS e dvd, alle carte geografiche ecc.
Ambito geografico: Nazionale, in particolare Liguria e territorio spezzino, mondiale
Date: secolo XX. Consistenza: 27 faldoni di documenti, una raccolta di periodici di 25 faldoni, 15 faldoni di una corposa rassegna stampa, ritagli e numeri interi di varie testate (la Repubblica, il Corriere della Sera, la Stampa, il Secolo XIX, il Sole 24 ore e diversi altri). Più alcuni volumi sciolti. Totale 67 faldoni
Il fondo è intitolato a Pietro Lazagna e alla moglie Carla Canguineti, anche se la maggior parte dei documenti sono stati raccolti da Pietro; ma specie nella corrispondenza e in altri documenti è testimoniata l'attività e la presenza di Carla (per la biografia di Carla, cfr. il fondo a lei intestato in Archimovi).
Hanno collaborato al riordino: Virginia Niri, Alice D'Albis, Anna Scheri, Paola De Ferrari, Bruno Piotti. Descrizione di Virginia Niri e Paola De Ferrari
N.B. : Notizie delle famiglie Lazagna e Cattaui de Menasce sono contenute nel numero monografico di Storia e Memoria n. 2/2015, rivista dell'Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea (ILSREC). Il 20 marzo 2014, nell'Archivio di Stato di Genova, è stato presentato il fondo archivistico di queste importanti famiglie, corredato da una mostra documentaria. Si rimanda al questa rivista per la storia e la bibliografia
Biografia di Pietro Lazagna
Nato a Genova il 23- 9 -1936.
Laureato in filosofia presso l’Università di Genova sul pensiero politico di E. Mounier. Ha seguito corsi di formazione a Parigi e Lione. Ha partecipato alle esperienze del movimento scout e poi dei cattolici democratici negli anni dell’università collaborando con gruppi quali il Gallo ed il Quarantacinque. Ha avuto, in ordine cronologico: incarico per corsi di formazione alla scuola interaziendale di Calcinara (Sestri Ponente GE). Assistente presso l’Istituto di Storia dell’Università di Genova, cattedra di Storia delle dottrine politiche. Incarico di filosofia e pedagogia presso gli istituti magistrali di Alessandria e di Casale Monferrato; cattedra di filosofia e storia presso il liceo scientifico di Ferrara, cattedra presso l’istituto Magistrale Statale della Spezia. Partecipazione come formatore e come direttore ai corsi CEMEA (Centri di Educazione ai Metodi dell’Educazione Attiva). Comandato in qualità di docente ed esperto presso la maxisperimentazione dell’Istituto Tecnico Da Passano poi Fossati e ivi membro del comitato tecnico scientifico (1974-1987) v. Trent’anni di sperimentazione, La Spezia 2004 . Collaborazione pedagogico educativa a riviste diverse: Generazione Zero, Firenze, D’Anna 1968-69, Rocca, Assisi, Pro Civitate Cristiana 1970-1972; Collaborazioni e traduzioni (“Sartre” Dehoniani Bologna , rapporto Thelot sull’Educazione). Alla Spezia presidente provinciale ACLI ed in seguito Vice Presidente regionale, consigliere Nazionale e membro della Commissione nazionale Cultura.(collaborazioni alla rivista di Gioventù Aclista). Alla Spezia ha organizzato e diretto corsi di formazione per docenti sulla valutazione e sulla formazione degli adolescenti.E’ stato eletto per il triennio 1977-80 rappresentante dei docenti degli Istituti Superiori presso il Distretto Scolastico della Spezia. Ha diretto a Chiavari per due anni un esperimento di colonia estiva per handicappati gravi come membro del direttivo del Centro Spastici (AIAS). Ha Partecipato alla presidenza dell’ENAIP Liguria nel periodo in cui sono nati corsi di formazione nel carcere della Spezia e una Cooperativa per l’inserimento lavorativo di persone dimesse da istituti (CILS). Ha collaborato alla creazione di Unità didattiche di educazione alla pace pubblicate più volte su Formazione Notizie,e su riviste sindacali (Emilia Romagna); su richiesta di Aldo Visalberghi, ha partecipato agli incontri di Villa Falconieri a Roma(cfr. Scuola e cultura di pace, a cura di Aldo Visalberghi, La Nuova Italia, Firenze 1985) e a seminari di formazione per docenti a Ischia con Danilo Dolci, Joice Lussu e Aldo Visalberghi; in collaborazione col centro Sereno Regis di Torino, ha partecipato al volume a cura dell’IPRI Se vuoi la pace educa alla pace,(Torino, Gruppo Abele, 1984); ha partecipato come relatore a seminari della Provincia di Roma (v. volume collettivo edito dalla Nuova Italia, 1984), dal CIDI di Napoli, colla Provincia di Torino, col comune di Pordenone. Ha partecipato a gruppi di lavoro con il “Movimento di Cooperazione Educativa” (MCE) a Perugia e a San Marino collaborando alla rivista sui temi dell’educazione ai valori ed alla cultura di pace. Dagli anni ottanta ha collaborato alla nascita dei Verdi liguri presso il gruppo Consiliare Regionale fino al 1990; Consigliere comunale Capogruppo a Sarzana fino al 1993 e consigliere nazionale;infine Vice Presidente della Provincia di Spezia dal ’93 al ‘97 con deleghe alla cultura, alla difesa del suolo, e all’ ambiente. Ha contribuito alla stesura di progetti come il LAM(laboratori di archeologia di montagna v. Convegno Brugnato 1995)) per la valorizzazione della montagna in collaborazione con l’Università di Genova, la Sovrintendenza Archeologica, l’ISCUM e la Comunità Montana Alta Val di Vara; come assessore alla cultura della provincia ha contribuito alla creazione e del Museo e del restauro del castello di Lerici, e a un progetto coi comuni di Carrara, Porto Venere e Lerici, denominato Saxa Ligustica per la valorizzazione-tutela del mare e delle coste dalle Alpi Apuane ai confini di ponente della provincia. Ha “firmato ”i piani di protezione civile dagli incendi boschivi e il piano di sicurezza dal rischio idraulico 19997-98) e alla chiusura della discarica di Valdurasca". Ha partecipato (come coordinatore del forum) per due anni alla gestione del processi di agenda 21 e Piano Strategico del Comune della Spezia. Ha collaborato a Scuola e città , Cooperazione educativa, Azione non violenta, al volume della Nuova Italia Terra/Spazio: una via per la pace (1985); al volume collettivo Sessant’anni di istruzione postelementare alle Grazie di Portovenere,la scuola media Giovanni di Giona, a cura di Paolo E milio Faggioni, La Spezia 1998.
Per la rivista nazionale dei giovani aclisti Quale generazione (Roma) una serie di articoli sull’educazione alla pace, con particolare attenzione ai problemi dell’Est europeo partecipando anche come relatore al Est and West Networck (Vienna-Amsterdam Cracovia ) prima del 1989. Presso i Dehoniani di Bologna ha pubblicato con Carla Sanguineti il volume Pasolini di fronte al problema religioso(1970), nuova edizione Udine 2010; presso la SEI di Torino nella collana il lavoro storico diretto da Gian Luca Solfaroli ha pubblicato con Gigi Gaito Terzo Mondo,(1973). Collabora attualmente alla rivista GLAUX su argomenti di filosofia. Docente di scienze dell’educazione nei corsi abilitanti degli anni 1974 e 1976 per docenti delle scuole superiori. Tiene attualmente corsi presso le Università per adulti a Lerici, Ceparana-Bolano e Levanto. Ha collaborato alla stesura di un progetto accolto dal Festival della Scienza e successivamente da GE 2004 capitale europea della cultura intitolato al viaggio lento e curioso: i percorsi intorno all’universo dei libri e delle librerie storiche fra Genova e la Lunigiana.(vedi il volume Saperi e Meraviglie, a cura di Laura Malfatto e Manuela Ferro, Genova, Sagep 2004 ed il numero di La Berio, giugno 2005 a cura di Laura Malfatto). Per l’Università Popolare Cattolica Contardo Ferrini ha organizzato e coordinato presso la Biblioteca Universitaria,in concomitanza col congresso nazionale della FUCI, un convegno dedicato alla figura di Monsignor Emilio Guano. Su incarico dell’Istituto di Storia Contemporanea dell’Università di Genova ha effettuato negli ultimi 15 anni ricerche d’archivio di cui è stata presentata mostra ( “Carte di famiglia, da Alessandria in Egitto a Frassi di Ottone in val Trebbia”presso L’ Archivio di Stato a cura di Chiara Dogliotti e Alberto Rizzerio ). Nel 2005 è nominato membro del Comitato tecnico regionale per la cultura(Regione Liguria). Nel 2006 nomina a membro del comitato per la tutela del patrimonio protetto Unesco per il comune di Porto Venere. Collaborazioni a “Mediterranei” a cura di Luisa Rossi e Luca Cerreti, Reggio Emilia, Diabasis 2010. “Per Angelo Marchese” a cura di Stefano Verdino e Isa Morando, Novi Ligure, Le città del silenzio 2012. Atti del Convegno di Lerici e Pisa su “Etica spiritualità e politica” a cura di Angelo Tonelli (Lerici 2013) “La donazione Gallo alla Galleria Spinola” (a cura di Pietro Lazagna e Gian Luca Zanelli), Genova Fondazione Canevari 2014; Isa Croce “Il palazzo Canevari di Fossello” Genova, Fondazione Canevari 2015. Con Luca Cerreti ha curato il volume “ Tre Colonnelli, Pier Maria Canevari, Michelangelo Gallo, Matteo Vinzoni” una storia genovese fra Scrivia Trebbia e Bisagno nella guerra di successione Spagnola”, Genova, Fondazione Canevari. A Pisa ha collaborato al volumetto “ Spiritualità, etica, politica”, Atti del convegno Pisa, Stazione Leopolda 25-26 ottobre 2014, a cura di Carla Collodi, Maria Gaias, Angelo Tonelli, Tipografia Editrice Pisana, 2015.
parole chiave: pacifismo, ambientalismo, Verdi, La Spezia, Regione Liguria
Raccolta di periodici del Fondo Lazagna Sanguineti.
Riordinamento e descrizione di Virginia Niri
Rassegna stampa. Si tratta di 15 faldoni in cui sono stati riordinati per testate, e poi in ordine cronologico, le pagine o i numeri interi di periodici e supplementi che l'autore e/o l'autrice del fondo hanno raccolto. Gli argomenti di presunto interesse sono molto vari. Nei supplementi culturali conservati per intero (es: la Domenica del Sole 24 ore, o la Lettura del Corriere della sera), è impossibile individuare un articolo in particolare. In altri casi sono segnati nella pagina estratta dal periodico, ma abbastanza raramente. Quindi gli argomenti spaziano, come per tutto il fondo, dalla letteratura alla storia, dalle religioni all'ecologia, ai movimenti per la pace, a temi politici, a guerre e conflitti e così via. La rassegna, pur essendo discontinua come cronologia, è interessante per contestualizzare i documenti raccolti nel Fondo e offre uno spaccato degli ultimi 30 anni del XX secolo, e dei primi 15 del XXI, con alcuni pezzi anche precedenti (anni cinquanta) (Pdf)
Soggetto conservatore e donatore : Manfredi Vinassa De Regny. (Como, 14/2/1946, grafico e designer in agenzie pubblicitarie nazionali e internazionali). Tra i fondatori del gruppo Pubblicitari Democratici , dal 1968 agli anni '80 gruppo di servizio alle realtà democratiche presenti sul territorio, realizzatore di campagne per MLS e Democrazia Proletaria
Il fondo è costituito soprattutto da libri, interessante per la bibliografia di "quello che si leggeva nel 68", e da 5 manifesti prodotti dal gruppo "Pubblicitari democratici" nei primi anni Settanta. Allegata una fotocopia della biografia del gruppo, pubblicata probabilmente su una rivista radicale, con appunti e considerazioni di Omar Calabrese, s.d.
Riordino e descrizione di Flavia Gattiglia
Soggetto conservatore/donatore Raffaele Niri Tipo di documentazione stampe fotografiche, ritagli stampa, un fascicolo documentario. Date Anni Ottanta e Novanta Consistenza: tre faldoni
Raffaele Niri (1954-2015) è stato cronista e caporedattore de Il Lavoro, storico quotidiano genovese, poi acquisito da La Repubblica. I materiali contenuti nel fondo sono stati raccolti durante gli anni della sua attività giornalistica.
parole chiave: giornalismo, cronaca, Genova, quotidiani
Si tratta di un fondo composto da una raccolta di documenti e 6 faldoni di periodici, riordinato e schedato da Virginia Niri.
Renato Spadacini è stato ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e poi per oltre 10 anni direttore di un centro di ricerca del CNR presso l'istituto di Fisica. Ha partecipato al Movimento studentesco del '68 a Fisica, poi nella sinistra senza aderire a qualche particolare gruppo o partito. Ha partecipato al rinnovamento del Sindacato Ricerca, il sindacato dei ricercatori, aderente alla CGIL, di cui è stato membro della Segreteria Regionale e del direttivo per parecchi anni, e del Sindacato Scuola CGIL. Ha contribuito con Maria Teresa Tuccio al recupero e al riordino del Fondo del Movimento studentesco a Fisica "Franco Carlini", anche esso donato ad Archimovi.
Soggetto produttore: Roberto Raso
Tipo di documentazione: documenti, periodici, bollettini, un manifesto. Un libro
Estremi cronologici 1986-1990
Negli anni '70, studente e militante del comitato di base di medicina. Dopo la fine dell'esperienza del comitato di base e il suo scioglimento prosegue la sua militanza politica nella colonna genovese delle Brigate rosse. Arrestato nel 1980, dopo la scarcerazione ha lavorato nel settore della cooperazione per servizi socio assistenziali. Successivamente si è laureato in medicina e chirurgia. Ha prestato il suo contributo professionale come volontario presso un ambulatorio a bassa soglia per immigrati e nel 2001 alle attività sanitarie del Genoa social forum.
parole chiave: repressione, carceri, Brigate Rosse, medicina
Soggetto produttore/conservatore: Roberto Rossini consistenza: due faldoni, un rotolo di manifesti Tipo di documentazione e supporto: documenti, periodici, manifesti. Estremi cronologici: Anni Settanta, Duemila (G8). Ambito geografico: Italia.
Il secondo faldone contiene periodici e documenti versati nel giugno 2021, riguardanti il G8 del 2001, e un piccolo nucleo di documenti versati nel giugno 2022.
Riordinamento e schedatura di Alice D'Albis
Il fondo di Romano Landini ha avuto una vicenda particolare, è stato consegnato in data imprecisata a Giorgio Bertone, docente universitario genovese e amico dell'autore, in una valigetta metallica. Purtroppo Romano Landini morì, il 17/6/2003, e in seguito anche Bertone. La vedova di quest'ultimo, che non conosceva Landini, ha consegnato il fondo nel 2016 all'Archivio dei movimenti.
Romano Landini è stato un militante dell'area dell'Autonomia Operaia, al momento non si dispone di altre informazioni biografiche su di lui. Nel fondo sono presenti sia documenti, genovesi e italiani, che periodici, e una raccolta di vari numeri del giornale Potere Operaio.
Un faldone, anni Novanta
Sara Micol Natoli (Genova16-6-1980), figlia di Antonio Natoli e Lella Trotta. Correttrice di bozze dei lunghi racconti di guerra del nonno (Aldo Natoli), giovanissima si avvicina al movimento della pantera e alle occupazioni delle università. Attiva nel Coordinamento studenti medi organizza manifestazioni e volantinaggi. Partecipa alle prime occupazioni dei Centri sociali genovesi. Presto disillusa dalla politica e dai politici, preferisce dedicarsi all'arte e ai viaggi (Giardino meccanico e Germozero, fino ad arrivare al Circo).
parole chiave: centri sociali, movimento degli studenti
Soggetti produttori Daniela Giovannini, Massimo Galardi, Tea Ivaldi (Tea è figlia di Daniela) Consistenza del fondo: un faldone. Supporti: cartaceo, in parte digitale. Tipologia dei materiali: documenti, stampe di fotografie, giornalini scolastici.
Daniela Giovannini (Genova 28/8/1954) ha frequentato nei primi anni Settanta l'Istituto agrario Marsano di Genova Nervi, dove è stata la prima ragazza a diplomarsi in agrotecnica; in prima fila nelle lotte studentesche del periodo, di cui ha conservato documenti e foto. In seguito è diventata docente nello stesso istituto, dove ha lavorato fino alla pensione (2019). Militante negli anni Settanta di Avanguardia operaia. Il compagno di studi Massimo Galardi ha conservato altri documenti che fanno parte del versamento. La raccolta del giornalino scolasticio (Cheyenne), uscito nel 1981, è stata donata solo in formato digitale, tranne un fascicolo.
La figlia di Daniela, Tea Ivaldi ha frequentato il Liceo scientifico Cassini negli anni 2005-2009, e ha donato una raccolta di giornalini scolastici della scuola.
parole chiave: movimento degli studenti, anni Settanta, agricoltura
Un video realizzato dal gruppo di amici che si sono ritrovati per festeggiare i 140 anni della Scuola Marsano è visibile qui
Sentenza del processo per l'omicidio di Mauro Rostagno, redatta dal Giudice Pellino, depositata nel luglio 2015 dal Tribunale di Trapani. Documenti donati nel 2015 all’Archivio dei Movimenti da Elisabetta Roveri, in occasione della intitolazione di una piazzetta genovese a Mauro Rostagno e dell'incontro al Teatro della Tosse in cui si è illustrata la sentenza stessa.
Biografia di Elisabetta (Chicca) Roveri, scritta da lei stessa :
"Nata nel 1950, (Lissone, Milano, il dieci agosto 1950) dai miei ventuno anni ho condiviso la mia vita con Mauro Rostagno fino al giorno della sua morte. Nel 1972 mi trasferisco a Palermo, dove nel 1973 nasce nostra figlia Maddalena. Sono gli anni della militanza in Lotta Continua (LC). Dopo il 1976, allo scioglimento di LC, contribuisco all'esperienza del Circolo Macondo a Milano. In seguito, parto per l'India, a Poona, con la famiglia e aderisco alla comunità religiosa “arancione” diretta dal mistico Bhagwan Shree Rajneesh, detto Osho. All' inizio degli anni ’80, ritorno con Mauro in Italia e fondo insieme al comune amico di allora Cardella, in Sicilia, a Lenzi di Valderice, vicino a Trapani, la Comunità Saman per tossicodipendenze. Da quel momento sino all' omicidio per mano mafiosa di Mauro condivido con passione quella esperienza di vita comunitaria. La fortuna di questo intenso viaggio con una persona speciale e mia figlia Maddalena hanno rappresentato la forza che mi ha permesso di affrontare il dolore e le prove che sono derivate dalla sua morte. E' questa forza che mi ha permesso di attraversare momenti molto dolorosi, il carcere, le accuse diffamanti e le numerose battaglie legali contro i "poteri forti", e che mi ha permesso di giungere dal 1978 fino alla sentenza del Tribunale di Trapani del 24 Maggio 2014. Questa sentenza segna una tappa almeno temporanea ed importante per fare luce su quegli anni e quelle vicende. Le motivazioni della sentenza apparse due anni dopo ne sono la conferma e la testimonianza. "
Descrizione del fondo di Alice D'Albis
Fondo sui movimenti pacifisti
Sergio Tedeschi, mancato nel 2021, è stato sindacalista CISL e FLM, punto di riferimento per molti attivisti sindacali, pacifisti e di apertura negli anni Settanta verso esponenti dei movimenti di opposizione che vedevano nella FLM una possibilità di collaborare con il sindacato metalmeccanici (come il Coordinamento Donne FLM). Pacifista attivissimo, ha partecipato agli eventi dei movimenti dell'area, dalle marce per la pace all'opposizione agli euromissili, dalla Mostra navale bellica al G8 e oltre. Del suo fondo fa parte anche una collezione di manifesti.
parole chiave: pacifismo, nonviolenza, Centro Ligure documentazione per la pace, G8
Fondo donato nell'autunno 2019, riordinato nel 2020.
Soggetto produttore/conservatore Severino Filippi
nato a Pontremoli (MS) 5.12.1954, iscritto a Medicina (Genova) nell'anno 73/74. Nel movimento studentesco con il Comitato di Base di Medicina fino al 77-78.
Specializzazione in Geriatria a Firenze (1984/88). Negli anni 80 partecipe del movimento Medicina Democratica.
Dal 1988 medico di medicina generale a Pontremoli (MS)
Partecipe dal 2001 ad oggi del movimento per la pace.
Socio fondatore di Banca Etica.
Un faldone contenente documenti del Comitato di base di medicina e bollettini di Medicina democratica (22 unità) 1973-1980
Riordinamento e descrizione di Flavia Gattiglia
Soggetto produttore/conservatore:Simon Silingardi (n. 1971) consistenza: un faldone Tipo di documentazione e supporto: documentazione cartacea, volantini, documenti. Estremi cronologici: 1985-2001. Ambito geografico: Genova, Italia.
Riordinamento e schedatura di Alice D'Albis
Fondo Social Forum Porto Alegre 2002.
Soggetti donatori/conservatori: Maria Teresa Bartolomei e Transcultura Donna
Tipo di documentazione: depliant, cartelline con allegati, mappe, schede, periodici e numeri speciali.
Maria Teresa Bartolomei ha partecipato al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e raccolto la documentazione qui descritta.
Due Faldoni. Documenti, opuscoli, periodici
Rita Stacchezzini nasce a Spezia il 17/2/1949 e frequenta il Magistero assieme al futuro marito Vincenzo Picarone, nato ad Arcola (Sp) il 5/3/1946 [morto a Milano il 14/4/1994] e partecipa alle lotte e alle occupazioni, incluso sgomberi, con mandato di comparizione. Trasferitisi a Milano, hanno insegnato entrambi nelle scuole medie
Riordino e descrizione Virginia Niri
Soggetto conservatore/donatore Stefano Rota Tipo di documentazione: documenti in originale e copia, supporto cartaceo. Ambito geografico: nazionale, generale Date 1982-1985. Un documento successivo (1989) Consistenza: Una cartella
L'autore del fondo-conservatore della documentazione (n. 6-7-1959) è socio fondatore dell'Associazione Transglobal, sociologo delle migrazioni e collaboratore di due riviste online "Frontiere news" e "Lavoro Culturale". Militante dalla seconda metà degli anni settanta in diverse organizzazioni della sinistra di classe, dalla FAI, a DP, all'Autonomia operaia
parole chiave: Autonomia operaia
Fondo Viana Conti De Rosa-Convegno sapere e potere 1980
Soggetto conservatore e donatore: Viana Conti De Rosa, coordinatrice del Convegno internazionale del 27-30 novembre 1980, "Sapere e potere", voluto dall'assessore alla Cultura del Comune di Genova Attilio Sartori.
Consistenza: tre faldoni. Riordinato secondo l'ordine originario. Contenuto: il materiale preparatorio del Convegno, la corrispondenza con gli autori intervenuti e quelli che non hanno partecipato, la rassegna stampa e il servizio fotografico (in copia); le bozze delle relazioni e i due volumi degli Atti poi pubblicati nel 1984. Tipo di documentazione: in massima parte documenti dattiloscritti, appunti, bozze, telegrammi, immagini ecc. Quasi tutti in copia. Alcuni libri , periodici e opuscoli.
Notizie biografiche di Viana Conti De Rosa (5 gennaio 1937, Venezia) residente a Genova.
Storica, critica dell'arte, saggista, giornalista. Ha curato mostre, rassegne e convegni in musei e istituzioni pubbliche e gallerie private internazionali. Consulente dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova (1975-1985), della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia (anni '80 e '90), membro del Comitato di selezione europea-sezione Arti Visive della Fondazione Bogliasco/The Liguria Study Center for the Arts and Humanities) (dal 2008). Commissario della Sezione Transiti-Parabilia, Padiglione Italia, per la XLV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1993, Punti Cardinali dell’Arte, a cura di Bonito Oliva, ha presentato la sezione di Scrittura Visuale/Poesia Visiva (Nanni Balestrini, Ugo Carrega, Eugenio Miccini, Martino Oberto, Franco Vaccari, Patrizia Vicinelli.
Pubblicazioni: Pittura di Corta Memoria-Short Memory Painting (Giancarlo Politi editore, Milano, 1982; Atti di Sapere e Potere, (Multhipla edizioni, 1984); Louis Soutter, Nuova Prearo Editore, Milano (1986), Catalogo Frammenti interfacce intervalli (Costa & Nolan, 1992); Bar in Italia 1987-1998 Monika Kiss Horváth, con la scrittrice Zsuzsanna Gahse (Edition Patrick Frey, Scalo Zürich-Berlin-New York,2000); Federica Marangoni-I luoghi dell'utopia (edizioni Gabriele Mazzotta,2008) Arte e Intelligenza emotiva (Le Mani Edizioni, 2009); Arte perturbante (Museo Comunale di Arte Moderna di Ascona e Fondazione Monte Verità (C.E.Contemporary edizioni, 2017); scrive per Flash Art, Segno, Arte Critica, ha collaborato con Kunstforum, Artefactum, Frigidaire, ha scritto per Il Corriere Mercantile e L’Unità.
Sito di Viana Conti De Rosa: http://www.vianaconti.com/index.php
Fondo donato e riordinato nel 2019
parole chiave: arte, politica, filosofia
Un faldone contenente libri, e una locandina. I libri sono stati donati da Giorgio Moroni e Maria Luisa Romani moglie di Guerrazzi
Descrizione di Liliana Sanna
Biografia sintetica (estratta dal saggio di Giorgio Moroni nel libro "Scritture operaie. L'esperienza genovese 1970-2000" edito da Archimovi 2024)
Vincenzo Guerrazzi era nato l’8 novembre 1940 a Mammola, in provincia di Reggio Calabria, da Italo Guerrazzi e Rosa Scali. La vita di suo padre Italo è una grande, breve e triste avventura umana Italo era nato nel 1919 a Bovalino, sempre in provincia di Reggio Calabria, da genitori rimasti ignoti che lo avevano abbandonato in pieno inverno. Diventato adulto, non ancora ventenne emigra con la giovanissima moglie Rosa a Genova, dove lavora come operaio all’Ilva di Voltri. Con lo scoppio della guerra viene chiamato alle armi, mentre la moglie, incinta di Vincenzo, torna a Mammola. Inquadrato nel 18° Fanteria “Acqui”, di stanza in Grecia, Italo Guerrazzi dopo l’8 settembre 1943 riesce a scampare al massacro di Cefalonia, raggiunge il nord Italia e nell’aprile 1944 con altri reduci del 18° si unisce ai partigiani dell’Appennino ligure piemontese. Lì, dopo la strage della Benedicta (tra il 6 e l’11 aprile 1944 75 partigiani vengono fucilati, aggiungendosi, questo massacro, ai 72 morti negli scontri precedenti), viene rastrellato e deportato a Mauthausen dove l’anno successivo, a poche ore dalla Liberazione, tra il 20 e il 25 aprile 1945, viene condotto a morte assieme ad altri deportati.
Il piccolo Vincenzo avrà modo di vedere il padre durante le licenze, ma non certo di conoscerlo, visto che Italo muore poco più che venticinquenne; ma è grazie a lui che, come figlio di un operaio deportato e orfano di guerra, potrà essere assunto all’Ansaldo all’età di 17 anni dopo essere arrivato a Genova undicenne, per la prima volta nel 1951, ospitato dallo zio materno Saverio, anch’egli operaio all’Ilva di Voltri. Il padre sarà sempre presente nella vita della famiglia anche attraverso una narrazione semplificata: diventa un rito per i familiari commemorarlo ogni anno assieme ai martiri della Benedicta, nell’anniversario della strage, come se fosse morto assieme a loro, come per ricongiungerlo indissolubilmente a loro e al loro destino.
Il piccolo Vincenzo frequenta i due corsi delle scuole elementari a Mammola, dove la mamma lavora come bidella, e, superato l’esame di compimento, studia presso il ginnasio di Marina di Gioiosa Ionica, eccellendo in disegno e italiano. Per completare il ginnasio lascerà Genova e tornerà in Calabria, ma solo per i mesi di scuola. Con la sorella Rita, nata nel 1944, si trasferiranno definitivamente a Genova Pra solo quando Vincenzo viene assunto all’Ansaldo.
Nonostante l’infanzia, gran parte dell’adolescenza e tutta la formazione scolastica in Calabria, malgrado il riconosciuto e affermato attaccamento per la terra d’origine, nel rappresentare se stesso Vincenzo Guerrazzi si sente più genovese che calabrese. Comunque sia, Vincenzo Guerrazzi non si percepisce come un migrante e sente, piuttosto, che la sua vita reale è cominciata in fabbrica, ed è a un’altra fuga o migrazione che si vota, quella dalla maledetta condizione operaia; vi dedicherà con ardente energia la vita fino a trasformare questa fuga, con la conseguente rincorsa dell’emancipazione, in un multiforme esercizio artistico.
Dopo l’assunzione all’Ansaldo viene mandato in Germania per fare un corso a imparare a lavorare in una macchina che praticamente cambiava il sistema di produzione. Allora c’erano ancora le macchine a cinghie, macchine vecchissime, quindi c’era stato un salto di qualità, l’Ansaldo aveva comprato una delle prime grandi fresatrici, la Kolmann (che sarà protagonista di uno dei suoi ultimi romanzi, “L’aiutante di S.B. Presidente Operaio”, uscito per Marsilio nel 2004).
Vincenzo Guerrazzi incontra Gianfranco Faina e Gianfranco Dellacasa all’epoca del loro intervento operaista all’Italsider, presumibilmente attraverso Sergio Benni, all’epoca segretario della sezione del Pci “Raffaele Pieragostini”. Poi, li reincontra alla fine del 1966, quando si costituisce in via Buranello il Circolo Rosa Luxemburg. Il Circolo Rosa Luxemburg fu a Genova un luogo di studio e di formazione presessantottesco sui temi del comunismo e della rivoluzione, lontano dai canoni del marxismo ortodosso; più precisamente, fu apertamente critico nei confronti del leninismo, considerato senza mezze misure come apripista dello stalinismo e più in generale del comunismo terzinternazionalista, nonchè nei confronti di quello stesso maoismo che allora costituiva l’alternativa ideologica prevalente per chi, fuori dal Pci, ne criticava la scelta riformista. Vincenzo Guerrazzi intercetta e assorbe nelle stanze di via Buranello i fondamenti della sua modernità politica: assorbe ed elabora alcune delle categorie che affioreranno in modo ricorrente nella sua produzione letteraria, a cominciare dai temi del rifiuto radicale del lavoro e della condizione operaia.
Vincenzo, nonostante una buona formazione di base, come scrittore è autodidatta e legge con voracità. Con i tre turni lavora sempre di notte perché di notte ha la possibilità di leggere; negli anni successivi Guerrazzi passa al collaudo e non lavorerà più alla macchina, e nel ‘68-’69 si sono ritrova accanto una schiera di giovanissimi, di cui deve controllare i “capolavori”. Della leva dei giovani assunti dall’Ansaldo fanno parte anche Giuliano Naria, Ignazio Pizzo, Marino Fermo, Angelo Moreschi, Franco Tornambè, Roberto Parodi, Daniele Zanardi, Francesco Currà, Claudio Cardillo: insomma, con il tutorato politico di Sergio Benni, quello che sarà per anni il Collettivo operaio dell’Ansaldo, il gruppo dei fuori linea, gli extraparlamentari.
Nel 1972, nel volume “Vita operaia in fabbrica – L’alienazione” vengono editati alcuni dei racconti di Guerrazzi già pubblicati in precedenza dal “Lavoro” e dal “Secolo XIX”; nel volume compare anche una prima edizione del lungo racconto “Ferie di un operaio” che, ripubblicato in una edizione rivista e ampliata, darà il nome a uno dei libri successivi. Ulteriormente significativo ai nostri fini, nel volume, è che le illustrazioni siano tratte da quadri dell’operaio ansaldino ed ex deportato Riccardo Gagliardi, il primo ispiratore dell’opera di Guerrazzi pittore. Nel 1974 “Le Ferie di un operaio”, esce da Savelli e successivamente, nel 2006, da Rubbettino Editore.
Nel giugno 1974 esce per Marsilio Editore “Nord e Sud uniti nella lotta”, ripubblicato nel 2003 da Fratelli Frilli Editori: un vero classico, il volume dello scandalo e della consacrazione non solo letteraria, il libro collettivo che fa seguito al viaggio via mare sulla motonave Arborea di mille metalmeccanici genovesi diretti a Reggio Calabria per partecipare a una manifestazione nell’ottobre 1972 all’insegna dell’unità della classe operaia. E’ Nanni Balestrini, direttore assieme a Pietro A. Buttitta della collana “collettivo” di Marsilio Editore, a promuovere la pubblicazione del libro; il poeta e scrittore Balestrini è certamente all’origine anche dell’utilizzo, da parte di Guerrazzi, di alcune delle classiche metodologie dell’operaismo italiano, in particolare quel procedere per inchieste sulla condizione operaia.
Guerrazzi riempie pagine e pagine con le frasi tratte da "L'urlo della notte", il giornale murale scritto dagli operai nei gabinetti della fabbrica.
Quella con Giuliano Naria è stata un’amicizia assai importante per Guerrazzi: “Ecco, questo mi legava veramente a Giuliano Naria, questa fantasia nostra veramente al potere, questo divertirsi, ad esempio quando ha collaborato con me a un libro superdivertente, “La fabbrica dei pazzi”, che uscirà nel 1977 per le Ed. coop scrittori e nel 1978 per Newton Compton Editori. Vincenzo Guerrazzi nel 1975 passa alla critica pratica del lavoro e si licenzia dall’Ansaldo dopo 18 anni di lavoro in fabbrica: “Mollo perché mi dedico sempre di più alla scrittura. Vedevo già dei riconoscimenti, dei risultati”. Nel 1974, dopo la fine del primo matrimonio con Maria Teresa Albanese, ha conosciuto Maria Luisa Romani, con cui successivamente fonderà la casa editrice La Ciminiera; si sposeranno nel febbraio del 1979, poco dopo la nascita, nell’aprile del 1978, della loro figlia Marika.
L’ultimo libro scritto da operaio, terminato nel maggio 1974, viene pubblicato nel 1975 da Marsilio Editore nella usuale collana diretta da Balestrini: “L’altra cultura – Inchiesta operaia”. Per la precisione è un volume che Guerrazzi “cura”, piuttosto che “scrivere”: sessantotto operai e impiegati dell’Ansaldo rispondono a ben ventisei domande contenute in un questionario. La premessa è firmata dal Collettivo operaio dell’Ansaldo Meccanico Nucleare; si tratta quindi di un libro interamente scritto da operai, senza alcun intervento di “intellettuali”.
Nel 1976 Guerrazzi pubblica con Gabriele Mazzotta Editore, sempre con la mediazione culturale di Nanni Balestrini, “I dirigenti”: in questo caso sono quindici le domande indirizzate non più a operai ma ai “sottufficiali dei padroni quando non padroni loro stessi”, ovvero a importanti dirigenti e manager nazionali di aziende pubbliche e private. Con l’eccezione della prima domanda, riguardante l’imminente ingresso del Partito comunista nell’area di governo, le altre sono vere e proprie provocazioni mirate ad aprire e rivoltare la coscienza degli intervistati. Fa da contraltare all’introduzione di Guerrazzi, nella quale lo scrittore afferma che i dirigenti rimasticano “erbe di vento”, la conclusione politica del Collettivo operaio.
Se questo è l’ultimo libro “operaista” di Guerrazzi e dei suoi compagni (tra i quali oltre a Giuliano Naria comincia a emergere la figura di Francesco Currà), la “forma inchiesta” continuerà a essere usata nel lavoro successivo, che è un libro di svolta.
Uscito dalla fabbrica, Guerrazzi lancia subito la sfida al mondo degli intellettuali nel quale era suo malgrado entrato. Partecipando a un incontro di Orvieto del Gruppo 63 interviene, fischiatissimo, di fronte ai vari Malerba, Arbasino e Pagliarani, affermando “ho chiesto qui fuori alla ragazza in bicicletta, alla cartolaia e alla casalinga e nessuno vi conosce”. Sono gli anni della stesura di un libro inchiesta destinato agli intellettuali (che alla fine saranno sarcasticamente appellati come “intelligenti”) che gli darà occasione di denunciare la superficialità, la goffaggine e la tracotanza di molti degli intellettuali italiani. In questo libro è Francesco Currà, uno dei suoi compagni di lavoro all’Ansaldo, futuro poeta e cantautore sperimentale, ad affiancare nelle interviste Guerrazzi, fino a essere a volte citato come “autore”. C’è anche un altro operaio che gli dà una mano importante in questa super inchiesta, ed è un militante del Psi, Iller Russo. Le 12 domande per gli intellettuali sono in parte irritanti e talvolta imbarazzanti, tutte ambiscono in ogni caso a presentarsi come provocatorie. Norberto Bobbio scrive: “mi sono reso conto che le vostre domande sono fatte in modo da non lasciare altra alternativa che tra la presunzione e il masochismo. Qualunque cosa vi risponda, sono un invito all’ipocrisia”. Adele Cambria accusa Guerrazzi di essere intriso dei valori falsificanti della virilità così che “approfitti anche tu di un mondo spaventosamente sessista”. È questo il punto di non ritorno, la sfida suprema. Il 30 aprile 1978 esce sul numero 17 de L’Espresso un lungo articolo di Guerrazzi, preceduto da una introduzione di Valerio Riva, dal titolo: “Grandioso, formidabile, un capolavoro: non lo pubblico”. In effetti nessuno vuole pubblicare il nuovo libro di Guerrazzi. Solo nel maggio 1978 l’editore Marotta di Napoli, forse su impulso di Balestrini, accetta di pubblicare “Gli Intelligenti”, questo infine il beffardo titolo del volume. Il libro verrà ripubblicato nel 2003 da Stampa Alternativa con l’aggiunta di un sottotitolo (Romanzo di cappa e penna).
Nel 1977 era stato intanto pubblicato da Cooperativa Scrittori (AR&A) la raccolta di racconti “La fabbrica del sogno”. Qui, nella foto di copertina, Guerrazzi compare in una posa alla Humphrey Bogart, con trench bianco e sigaretta incollata alle labbra. Il libro fu presentato allo Strega 1976 da Luigi Malerba e Nanni Balestrini. Fu escluso dalla cinquina finale per un solo voto.
A Guerrazzi, che si è intanto avvicinato al Psi (“il mio partito di famiglia”), stringendo amicizia con Delio Meoli e Gregorio Catrambone, non resta ora che tentare un’impresa eroica, prometeica. Tenuto fuori dall’editoria che conta, potendo contare su un gruppo di amici importanti che continuano a supportarlo (tra questi Valerio Riva, Carlo Cassola e Luigi Compagnone), decide di fondare una casa editrice. Racconta Guerrazzi: “(…) rimango in contatto con tantissimi operai quando ho fondato la casa editrice, la Ciminiera. Operai che avevano interessi culturali, che fondavano riviste… specialmente quelli del Veneto, di Porto Marghera…La Ciminiera dura 7 anni, dal ’78 all’85. Dal ’78, quando è uscito il mio romanzo [intende: Gli intelligenti], all’85.”
Tra il 1978 e il 1985 Guerrazzi è impegnato, assieme alla moglie Maria Luisa Romani, nella fondazione e gestione della casa editrice; l’operaio si mette in proprio alla faccia degli editori che lo hanno fatto impazzire. La sede è a Villa Marmirolo, a metà tra Modena e Reggio Emilia, vicino alla fabbrica di ceramiche La Ciminiera, da cui prende il nome. Le sorelle Maria Luisa e Laura Romani, assieme ad altri componenti della famiglia Romani, affiancano lo scatenato Guerrazzi. Centinaia di manoscritti arrivano nella sede per candidarsi alla pubblicazione. I soliti amici si attivano, da Cassola a Compagnone a Riva. Vengono pubblicati diciassette libri in pochi anni, tra i titoli pubblicati opere di Carlo Cassola, Luigi Compagnone, Sergio Saviane , Aldo de Jaco e Vittorio Cavicchioni.
Nel 1982 Rizzoli pubblica nella BUR un breve romanzo di Vincenzo Guerrazzi dedicato a Marialuisa Romani, “La festa dell’Unità”; un romanzo “zeppo di donne, di veterinari, di rabbie, di dialoghi in treno, di confessioni e di comizi. C’è persino la Madonna: distesa su una panca in chiesa, con un ginocchio alzato, e si lamenta che il vestito le fasci troppo il seno”, come scrive Valerio Riva nella presentazione. E’ l’avvio di una svolta del Guerrazzi scrittore, quella del romanzo breve (o racconto lungo) rispettosa del canone letterario del romanzo; un nuovo corso che si confermerà anche nel successivo romanzo “Come si diventa borghesi?” pubblicato nel 1988 da Oceania Edizioni.
Dopo l’amara conclusione dell’avventura della Ciminiera, chiusa a causa delle gravi difficoltà economiche in cui era precipitata, Vincenzo Guerrazzi si dedica ancora di più alla pittura. Lavora forsennatamente, a ogni ora. Del resto aveva dichiarato da tempo: “I miei quadri sono una diretta emanazione dei miei libri. Fino ad oggi, ho sempre cercato la sfida e il confronto con i grandi santoni della letteratura. Siccome nessuno di costoro ha raccolto il mio guanto di sfida, ora provo con Guttuso e con gli altri maestri del colore. Non si sa mai. Non era un paradosso la mia affermazione che l’operaio può fare tutto.” ( intervista di Valerio Riva su L’Espresso n. 12, marzo 1977).
Nell’ottobre 1977 Guerrazzi aveva esposto in una mostra a Roma, al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Di lì a poco, esporrà a Villa Estense, comune in provincia di Padova, dove vive Antonio Rossin, neurologo, psichiatra e suo mecenate, anzi “mercante esclusivo di Vincenzo Guerrazzi arte e cultura” come sta scritto nel suo biglietto da visita; Rossin è assertore “della prevalenza della carica morale e civile delle opere sull’effetto estetico della mescolanza di forma e colore” (da un’intervista di Marialuisa Romani in Contro n. 37 del 16 giugno 1979). Tullio Cicciarelli si chiede (su Il Lavoro del 15 novembre 1978) se quella di Guerrazzi, tra il suo ultimo libro La Fabbrica dei pazzi, in cui vengono messe in mostra le allucinazioni di un operaio, e la sua opera di pittore, sia vera arte, pur non fornendo una risposta diretta.
Quelle di Guerrazzi sono rassomiglianze quasi perfette (è un grande ritrattista) lievemente toccate dall’ironia o dal dileggio, in equilibrio tra satira e allegoria, con tutto il mondo delle patrie lettere e Guerrazzi è già sulla cresta dell’onda: espone una cinquantina delle sue tele anche nei saloni del Savoia-Majestic con la sponsorizzazione di due società di bunkeraggio e brokeraggio marittimo: ecco un insolito sposalizio tra le palanche di alcuni industriali e il ribelle che con i suoi libri e ora con i suoi quadri ha scompaginato i sonni e i sogni dell’ufficialità culturale genovese, commenta Tullio Cicciarelli su Il Lavoro del 14 ottobre 1981. Guerrazzi tiene svariate mostre in Italia (nel 1996 anche in Germania). Le sue opere vengono anche presentate in un programma di RaiDue, condotto da Stefano Satta Flores, e alla Televisione svizzera (cui è arrivato tramite Valerio Riva).
Un capitolo a parte è costituito dalle antiche relazioni con due suoi vecchi compagni di lavoro, Francesco Currà e Giuliano Naria. E’ Guerrazzi a lanciare il Francesco Currà “cantautore” presentandolo a Nanni Ricordi e dandogli così l’opportunità di pubblicare sia l’LP Rapsodia meccanica, per le ed. Ultima spiaggia, che, per Squilibri Edizioni (appartenente alla galassia AR&A di Nanni Balestrini), il volumetto di poesie dal medesimo titolo, con l’introduzione dello stesso Guerrazzi, entrambi usciti nel 1977. Ma Guerrazzi rimane in contatto e supporta Giuliano Naria anche durante il periodo della carcerazione; lo reincontra subito dopo la sua liberazione e assieme scrivono il romanzo La voglia gelida, tuttora inedito.
Guerrazzi tiene per anni una rubrica intitolata “Pagine Proibite” per la rivista Contro, diretta per un periodo da Cesare Lanza. Nel 2001 esce per Pellegrini Editore “Quel maledetto giorno”, un libro nella cui prima parte compare il lungo racconto Il processo di Genova, con al centro Piazza De Ferrari e il 30 giugno 1960, il giorno degli scontri in cui viene coinvolto il protagonista, un emigrato proveniente da Mammola, come l’autore. In quel periodo Guerrazzi incontra presso la redazione genovese di Repubblica Stefano Bigazzi; ne nasce una grande amicizia che culmina nel progetto di scrivere assieme un romanzo atipico rispetto alla precedente produzione guerrazziana. Ne uscirà fuori un giallo ambientato negli anni Settanta con protagonisti usciti dalla stagione dei movimenti e della lotta armata: Il compagno sbagliato, pubblicato da Mursia nel 2007.
Nel 2004 viene pubblicato da Marsilio L’aiutante di S.B. Presidente operaio, cui abbiamo accennato all’inizio. Siamo ormai davanti alla conclusione del ciclo di deindustrializzazione di Genova, che ha visto in quasi trenta anni la scomparsa di circa cinquantamila operai e ha assunto i connotati di un lungo crepuscolo, di un lento declino della città. Esauritesi le ragioni del conflitto, il libro è l’occasione per una riconciliazione alquanto ipocrita del ceto dirigente della città con il Guerrazzi scrittore, cui l’autore si adatta di buon grado. Nel 2005 Marika Guerrazzi e Nuno de Silva Lopes realizzano presso la Loggia della Mercanzia una mostra, unitamente a un video di grande pregio, dedicata a Guerrazzi: Verso il futuro: dal presente agli anni ‘70. Qui è l’intera produzione di Guerrazzi che viene passata in rassegna, a partire dagli anni del Collettivo operaio dell’Ansaldo. L’allestimento dell’esposizione comprendeva, oltre a tele e riproduzioni di quadri, un’ampia superficie in cui erano riprodotti articoli di giornale e altri materiali dedicati alla notevole storia di scrittore di Guerrazzi.
Ricordiamo infine che di Guerrazzi è uscito anche un libro di poesie, “Il corpo e lo spirito”, pubblicato a Genova da s.c.a.l.e.g. senza alcuna data.
Vincenzo Guerrazzi è da tempo ammalato di un cancro allo stomaco, e non sopporta che gli venga meno la febbrile e smisurata energia con cui ha vissuto, così che non ne parla quasi a nessuno. Durante la malattia scrive il romanzo L’arcobaleno di pietra, al momento inedito.
Muore a Genova il 22 giugno 2012.
Fondo dei volantini distribuiti agli studenti del Liceo Fermi (durante gli anni scolastici, da ottobre a giugno), e/o prodotti da organismi interni alla scuola. Date: 1972-1977. Soggetto creatore del fondo Carlo Schenone. Consistenza Un faldone, 7 fascicoli. Ambito geografico Genova, Italia. Supporto cartaceo. Tipologia volantini, bollettini. Ordinamento: in ordine cronologico
Carlo Schenone (Genova, 10/6/1958), laureato in Scienze dell'Informazione, docente presso l'ITS Gastaldi-Abba a Genova, è stato Consigliere comunale dal 1993 al 1997 per la Rete Movimento democratico. Fondo documentario donato all'Archivio il 29/6/2020.
parole chiave: movimento degli studenti, studenti medi, sinistra extraparlamentare, anni Settanta
Riordino e descrizione a cura di Paola De Ferrari
Una cartella contenente tre libri.
Descrizione di Liliana Sanna
Biografia di Francesco Currà, estratto dal saggio di Giorgio Moroni nel libro "Scritture operaie. L'esperienza genovese 1970-2000" edito da Archimovi 2024
Nato a Lamezia Terme nel 1947, Currà lavora in Ansaldo nel reparto affilatura ed entra in contatto con Vincenzo Guerrazzi e con gli altri compagni del Collettivo operaio. A Guerrazzi si lega in modo particolare, al punto da comparire al suo fianco, Nord e Sud uniti nella lotta, L’altra cultura operaia, I dirigenti e, soprattutto, Gli intelligenti. Spesso, nella conduzione delle inchieste, Guerrazzi si rivolge espressamente a Currà e gli chiede consigli su come procedere. Guerrazzi, evidentemente, tiene in grande considerazione la sensibilità, l’intelligenza e il talento poetico di Currà e lo presenta a Nanni Balestrini e a Nanni Ricordi. Nel maggio 1977 escono in contemporanea con “Squilibri edizioni” (Ar&a strumenti per la produzione editoriale) un volumetto di poesie e con le Edizioni Ultima Spiaggia (Ricordi) un Long Playing ed entrambi si intitolano Rapsodia Meccanica.. Sono quarantaquattro le “poesie in fabbrica” raccolte nel libro.
Quella di Currà è probabilmente la definizione artisticamente più compiuta della distanza che lo sviluppo capitalistico ha stabilito tra attività umana (tatigkeit) e lavoro (arbeit).
La politica è argomento nel Non mi parlate di rivoluzione.
Alcune di queste poesie costituiscono le liriche dei pezzi contenuti nel LP omonimo.
Nel 1979 Francesco Currà pubblica il secondo LP, Flussi e riflussi, che contiene, assieme a nuove tracce, una versione elettrificata di Non mi parlare di rivoluzione.
Dopo un lungo intervallo, nell’aprile 2004 esce per la Fratelli Frilli Editori la raccolta di poesie Le eruzioni dell’eros e del male con il sottotitolo Poesie più godibili di un romanzo. Poi, più niente. Francesco Currà è morto nel 2016.
NUOVA DONAZIONE DI 10 FONDI DI MANIFESTI NEL 2024. LINK
https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1FSCJEbBfu3qdVtNDlT66Da5q_HGdYiJG
dal Liliana Sanna e Paola De Ferrari
Dono di Donatella Mezzani, raccolta rilegata in volumi, dal primo numero al 1993. (scheda provvisoria)
Raccolta di circa un centinaio di manifesti, dotati di schedatura e fotografati dall'autore. Anni Settanta. Temi: lotte sociali e politiche, internazionalismo (Cile, Palestina, Portogallo, Vietnam ecc.)
Contiene raccolte di "Cuore", "Tango" e "Macramè". Il fondo documentario principale di Antonella Mancini è conservato alla Fondazione Micheletti di Brescia.